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Mentre ero a Lucca nei giorni passati, curiosando in libreria, ho comprato un romanzo coreano, breve ma intenso: Il signor Han, di Hwang Sok-yong. Sono a circa metà libro e ve lo consiglio.
Questo è quanto ho trovato in giro sulla rete:
IL LIBRO: Pubblicato nel 1972, Il Signor Han è l'opera più famosa di Hwang Sok-Yong. È un romanzo autobiografico e per questo molto coinvolgente. La guerra è appena iniziata e il dottor Han, accusato di scarsa partecipazione alla politica dal regime comunista, è così costretto a fuggire nella Corea del Sud, dove invece viene sospettato di spionaggio. Le consequenze politiche, emotive e morali della divisione del Paese si ripercuotono anche sulle vicende umane del dottor Han, che si pone, sempre e sotto qualunque regime, un unico scopo: soccorrere i malati, aiutare chi ha bisogno e non soggiacere alle imposizioni, cercando di non farsi travolgere dalla sporca guerra. C'è lo strazio di una famiglia separata dalla divisione disumana della Corea, e la figura umile, ma forte del dottor Han sorretto dalla fede nei suoi ideali. Fra tradimenti, menzogne, fughe, sciacallaggi, cinica lucidità. C'è la patetica bellezza del personaggio, un candido, irriducibile prigioniero dentro l'ingranaggio della storia.
«Ogni pagina riflette la verità di un'epoca ancora segnata dalle ferite e il successo di Hwang sta proprio in questo: aver affrontato tutti i problemi legati al suo paese attraverso un eroe [il signor Han] che diventa modello per gli altri.» Alfred Eibel, Le Figaro Magazine
«Già fin dalla primissima pagina la scrittura è sicura e concisa come in una poesia. Essa comunica una tensione continua sottolineando il pathos dell'eponimo personaggio. Il Signor Han è un dottore la cui integrità e il cui candore sono così alti da impedirgli di invischiarsi nei giochi corrotti che governano la guerra civile che a metà del ventesimo secolo divide irrimediabilmente il Paese.»
24 H, Svizzera
«Hwang Sok-Yong è uno scrittore che crede nella sfida. Un idealista in un mondo privo di ideali."
André Clavel, Le Temps
«L'autore si riconferma brillantemente quale grande scrittore. Posti in pieno naturalismo, scopriamo al tempo stesso il volto moderno della Corea e quello del progresso, oscuro l'uno e l'altro, entrambi resi perfettamente.» Jean Soublin, Le Monde des livres
«Illuminati da pagine di profondo lirismo, i libri di Hwang Sok-Yong appartengono alla grande prosa dell'umanità.» J. S., La Liberté
«La guerra non è mai una fatalità.» HWANG SOK-YONG
L'AUTORE: Hwang Sok-Yong, nato in Manciuria nel 1943, dove la famiglia, originaria della Corea del Nord, si era rifugiata, visse in prima persona la guerra che sancì la drammatica divisione del suo Paese in due Stati. Nel 1967, spedito in Vietnam tra le file delle truppe coreane, si battè, suo malgrado, per gli americani, vivendo il conflitto come un'aggressione contro la libertà del popolo vietnamita. Eterno dissidente politico, nel 1989 appoggiò una manifestazione di protesta di intellettuali nella Corea del Nord che gli costò l'accusa di spionaggio, e lo costrinse all'esilio, finché nel 1993 scelse di ritornare a Seul, perché "uno scrittore deve vivere nel Paese della sua madrelingua". Arrestato, trascorse 7 anni in una prigione di massima sicurezza, in condizioni disumane, sottoposto a continue violenze psicologiche. Amnesty International se ne è interessata a lungo. È considerato uno dei massimi scrittori coreani di tutti i tempi. Le sue opere, tradotte in Francia, sono impregnate della tragica situazione del suo Paese. Docente universitario a Londra, e Presidente della Federazione degli artisti coreani, ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti. Tra le sue opere: The pagoda, Foreign Lands, The road to Sampo, Jang Gilsan, The Ancient Garden. The Shadow of Arms e The Guest usciranno per BCD editore.
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