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[RECE][SUB] Story of a Beloved Wife


4 risposte a questa discussione

#1 fabiojappo

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Inviato 10 December 2015 - 01:43 PM

Story of a Beloved Wife


Aisai monogatari


Immagine inserita



Anno: 1951

Durata: 97 min.

Regia: Kaneto Shindo


Cast:

Nobuko Otowa, Jukichi Uno, Taiji Tonoyama

Ichiro Sugai, Osamu Takizawa, Ryosuke Kagawa



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Trama
Con il Paese provato dalla guerra, l'industria cinematografica giapponese viene ridimensionata. Numazaki, mediocre sceneggiatore di Tokyo, si aspetta il licenziamento da un momento all'altro. Sua moglie Takako lo incoraggia così a cercare lavoro negli studi di Kyoto. L'uomo però fallisce il test di prova, scrivere una sceneggiatura per il famoso ma esigente regista Sakaguchi. A questo punto Takako si offre di sostenere il marito per un anno, in modo che possa affinare la sua arte da zero prima di riprovare a scrivere un nuovo copione.


Commento di fabiojappo
Nel 1951 quando dirige il suo primo film, Story of a Beloved Wife (Aisai monogatari), Kaneto Shindo lavora ormai da tempo nel mondo del cinema. In diversi ruoli già dalla metà degli anni Trenta. Soprattutto scrive sceneggiature per altri registi. Lo farà per tutta la vita, anche dopo il passaggio dietro la macchina da presa. La sua produzione come writer supera di tre volte quella ridotta ai film di cui ha curato la regia. Segnale di un chiaro amore per la scrittura e le storie da raccontare che alimenterà per tutta la sua carriera. E proprio di uno sceneggiatore parla questo suo lavoro d'esordio come regista. Un lavoro molto personale, una storia in gran parte autobiografica dedicata alla prima moglie scomparsa. A interpretarla è una splendida Nobuko Otowa, l'attrice destinata a diventare sua musa (e che in seguito sposerà), della quale Shindo non farà più a meno nei suoi film fino alla morte della stessa nel 1994. Un film che è un atto d'amore e di profondo ringraziamento per una donna che l'ha sostenuto in momenti difficili, che ha sempre creduto in lui. Takako, interpretata dall'allora venticinquenne Otowa in uno dei suoi primissimi ruoli, mostra una dedizione nei confronti di Numazaki (alias Shindo) davvero commovente. Pronta non solo a disobbedire al padre pur di stare accanto all'uomo amato, ma a sacrificarsi completamente per la sua realizzazione professionale, per la sua passione artistica. Arrivando a capire il marito più di quanto l'uomo comprenda se stesso. A capire che quella spinta verso il mondo del cinema non è un lavoro come un altro. Rappresenta una parte, la parte più vera dell'uomo che ama. Quella vocazione dei grandi artisti come Shindo o come il suo maestro Mizoguchi, a cui il film fa riferimento nel personaggio di Sakaguchi.


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(Kaneto Shindo, in una intervista dagli extra del dvd di Kuroneko)




Presentazione a cura di Meiko Kaji

Frammenti da una intervista di Seijiro Toyama, assistente per più di trent'anni del grande regista:

La mia famiglia fece bancarotta, quando ero giovane, e mio fratello si prese cura di me.
Vidi un film, Bangaku no issho (1933) di Sadao Yamanaka. Divenni un fan di Yamanaka. Ero un amante dei film e un fan di Yamanaka. (...) Aver visto quel film, improvvisamente, mi fece desiderare di fare il regista.

Kaneto tentò di fare l'aiuto regista, a Kyoto, ma la concorrenza era numerosissima. Così iniziò a fare lo sviluppatore dei film, dai negativi.

All'epoca, arrivavano i copioni, insieme ai negativi, ma nessuno li leggeva: li mettevano in bagno, come carta igienica. Un giorno Kaneto ne guardò uno. C'era scritto: "inserire qui una scena di lotta con la spada", oppure "inserire qui una scena d'amore".

Cominciai a rendermi conto di quanto una sceneggiatura fosse importante. (...) Allora decisi di diventare sceneggiatore. Diventare regista sembrava impossibile, dal momento che la maggior parte dei giovani aveva tale aspirazione. Erano in troppi. Non si sarebbe potuto diventare neppure assistenti. (...) Ad ogni modo, divenni ossessionato dalle sceneggiature, che iniziai a raccogliere dai bagni, e iniziai a studiarle. Speravo di diventare sceneggiatore, ma fui chiamato a combattere in guerra.

Fortunatamente, Shindô tornò in patria alla fine delle ostilità. Descrisse la difficile vita dello sceneggiatore nel film Story of a Beloved Wife, distribuito quando il regista aveva 39 anni.
Prima di dirigere un film, continuò a lungo a lavorare per lo studio Shochiku's Ofuna, scrivendo sceneggiature tagliate su misura per le attrici dello studio e le richieste della casa.

Kenji Mizoguchi gli aveva detto che non sapeva scrivere sceneggiature, ma solo semplici storie.

Così, per capire cosa fosse un dramma, decisi di leggere Collected Modern Theater.
La lettura dell'intera opera, in 43 volumi, richiese un anno e mezzo di tempo.


La moglie morì dopo quattro anni di matrimonio.

Lei mi salvò la vita. Se non ci fosse stata lei, non sarei riuscito a sopportare la mia miserabile situazione. Fu un grande supporto. Mi disse semplicemente: "Non hai posto dove andare. Perché non te ne stai qui e dai il tuo meglio?". Mi incoraggiava, non sarei stato capace di andare avanti se fossi stato solo. Eravamo marito e moglie, ed ero molto preoccupato per il nostro futuro.
Quando Kenji Mizoguchi mi disse che le mie sceneggiature erano semplici storie, e non sceneggiature, le mie gambe tremavano talmente che non mi reggevo in piedi. Da allora, persi fiducia in me stesso. Ma mia moglie era lì, per supportarmi. Dopo la guerra continuai a scrivere sceneggiature, (...) Mia moglie era sempre nei miei pensieri, sentii la necessità di scrivere su di lei. (...) Così scrissi Story of a Beloved Wife (1951). Ma quando finii la sceneggiatura, non avrei potuto permettere a nessun altro di dirigerlo. Era la mia storia. Si trattava di un 30 per cento di finzione, e il 70 di realtà. Avevo scritto della mia moglie scomparsa, e non volevo che qualcuno mettesse in scena in maniera errata i miei sentimenti verso di lei (...), così volli essere io a dirigere questo film. (...) Volevo dirigere solo questo film, così chiesi dei consigli a Kozaburo Yoshimura e Keisuke Kinoshita. Avevamo lavorato insieme, e mi incoraggiarono a provare. Yoshimura disse che se anche fossi diventato regista, avrei dovuo continuare a scrivere le sceneggiature per lui. Penso che stesse solo scherzando.


Lo studio non voleva accordare il permesso al salto di ruolo, perché i film diretti dagli sceneggiatori non erano mai stati un successo in precedenza. Gli fu anche consigliato di non fare una cosa tanto sciocca. Poi passò l'esame degli assistenti registi. Così fece gli storyboards, ma anche dopo averne preso visione, i dirigenti continuarono ad opporsi. Allora Kaneto fondò una casa di produzione indipendente, la Kindai Eiga Kyokai, con la quale fece il film.

Tsukimori mi chiamò per dire che mi avrebbe fatto dirigere il film se fossi rimasto alla Shochiku, ma naturalmente non accettai per orgoglio e per la mia reputazione. Gli dissi che avrei lasciato lo studio perchè ormai l'avevo detto. (...)
Quando iniziai la produzione indipendente, riuscii ad ottenere una coproduzione. Masaichi Nagata [presidente della Daiei] mi invitò nel suo ufficio. Mi chiese di cosa trattasse il film. Così risposi che riguardava un filmaker in difficoltà durante la guerra. Fu questo il biglietto d'ingresso, visto che lo stesso Nagata fu in difficoltà durante la guerra, quando i film venivano ridotti. Gli piacque e mi diede il benestare. I termini dell'accordo non erano granchè, ma Jukichi Uno accettò di interpretare la parte dello sceneggiatore. Tutti i membri della Compagnia Teatrale Mingei accettarono il film, e anche Nobuko Otowa. Così il cast fu messo insieme, e io pensai che fosse un'occasione irripetibile. Pensavo davvero che un film sarebbe stato abbastanza. Anche oggi sono molto affezionato alle sceneggiature, mi piace scriverle. Sapevo molto bene quanto sarebbe stato difficile fare il regista, lo capii guardando Mizoguchi. Anche per un grande regista come lui, completare un film richiedeva sforzi enormi.


L'intenzione di Kaneto era di tornare agli scripts, ma la poca soddisfazione per il film lo spinse a ritentare una regia, e così fece Children of Hiroshima, storia di una maestra sopravvissuta alla bomba che torna nella città natale per visitarla.

Mizoguchi si concentrava intensamente nella rappresentazione degli esseri umani. Per esempio, in La vendetta dei 47 ronin, (1941) , che fu girato durante la guerra. Ero scenografo in quel film. (...)
Nella sceneggiatura è scritto: "Oishi fissa un fiore bianco". È un espediente comune, usare un fiore per simboleggiare i sentimenti di un personaggio. È una rappresentazione visiva. Ma a Mizoguchi non piaceva. Avrebbe detto: "Un fiore non può recitare, che diavolo è questo?"
La sceneggiatura fu scritta da Yoshikata Yoda (...). Comunque, spesso scrivevamo le scene usando metafore visive , come "guardando il cielo durante il tramonto", etc. Tali espedienti cinematografici spesso funzionano, per rappresentare i pensieri intimi di qualcuno (...). Mizoguchi non lo faceva. "Un fiore non può recitare". Ma se chiedevi cosa volesse, diceva semplicemente "fallo col cuore". (...). Penso che Mizoguchi credesse nel creare ogni cosa da sè. Non usava il potere della natura, che creava troppa ambiguità. Pensava che i film avessero già troppi elementi ambigui. Non aveva una mente molto teorica, così diceva solo "Un fiore non può recitare". Io credo l'opposto. Credo che un fiore possa recitare. Se ne vedono esempi in Story of a Beloved Wife e Children of Hiroshima.



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SOTTOTITOLI
(versione: 1,46)

Treaduzione: Meiko Kaji



Speciale Kaneto Shindo



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Messaggio modificato da fabiojappo il 10 December 2015 - 08:06 PM


#2 fabiojappo

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Inviato 10 December 2015 - 07:40 PM

Prosegue il viaggio di AW nel cinema di Shindo grazie a una nuova traduzione di Meiko Kaji (e non fnisce qui... :em69: )

Messaggio modificato da fabiojappo il 10 December 2015 - 07:40 PM


#3 JulesJT

    Wu-Tang Lover

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Inviato 10 December 2015 - 09:13 PM

Wow, un altro Shindo! Grazie mille!

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Cinema Asiatico:
Welcome to the Space Show, Udaan (2010), Goyōkin, Fuse, Dragon Town Story, The River with No Bridge, ILO ILO, A Time in Quchi
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Drama: Oshin, Going My Home
Focus: AW - Anime Project 2013, Sull'Onda di Taiwan, Art Theatre Guild of Japan, Allan King, Jonas Mekas,

#4 Meiko Kaji

    PortaCaffé

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Inviato 11 December 2015 - 06:26 AM

Visualizza Messaggiofabiojappo, il 10 December 2015 - 01:43 PM, ha scritto:

E proprio di uno sceneggiatore parla questo suo lavoro d'esordio come regista. Un lavoro molto personale, una storia in gran parte autobiografica dedicata alla prima moglie scomparsa. A interpretarla è una splendida Nobuko Otowa, l'attrice destinata a diventare sua musa (e che in seguito sposerà), della quale Shindo non farà più a meno nei suoi film fino alla morte della stessa nel 1994. Un film che è un atto d'amore e di profondo ringraziamento per una donna che l'ha sostenuto in momenti difficili, che ha sempre creduto in lui. Takako, interpretata dall'allora venticinquenne Otowa in uno dei suoi primissimi ruoli, mostra una dedizione nei confronti di Numazaki (alias Shindo) davvero commovente. Pronta non solo a disobbedire al padre pur di stare accanto all'uomo amato, ma a sacrificarsi completamente per la sua realizzazione professionale, per la sua passione artistica. Arrivando a capire il marito più di quanto l'uomo comprenda se stesso. A capire che quella spinta verso il mondo del cinema non è un lavoro come un altro. Rappresenta una parte, la parte più vera dell'uomo che ama. Quella vocazione dei grandi artisti come Shindo o come il suo maestro Mizoguchi, a cui il film fa riferimento nel personaggio di Sakaguchi.
Sì, è una grande fortuna poter contare su una donna del genere, che sa capire che per il marito è essenziale fare lo sceneggiatore perchè non si tratta solo di un mestiere, ma della sua vocazione. Donne (e uomini verso le mogli) rare! Credo siamo sulla stessa lunghezza d'onda su questo film, sottolinei veramente il punto centrale. C'è anche, come dici, qualcosa di magico nel passaggio del testimone dalla moglie scomparsa a Nobuko Otowa. In questo, si potrebbe dire che sia stata ufficialmente investita del ruolo di musa e futura moglie proprio dalla presenza della moglie scomparsa? Tutta la vita di Shindo sembra essere uscita dal cilindro di questa donna.
Ieri, mentre rivedevo lo speciale con l'intervista, pensavo a come avrei reagito se mi fossi trovato davanti questo grande uomo, lì seduto...

Messaggio modificato da Meiko Kaji il 11 December 2015 - 06:27 AM

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"Come puoi vedere, sono una nullità. Nient'altro che una vagabonda senza casa."


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#5 andreapulp

    Microfonista

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Inviato 14 December 2015 - 11:25 PM

Che meraviglia, grazie di cuore! Shindo è uno dei miei registi del cuore!





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