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[ZOOM] Pedro Costa

 foto paxy 04 Oct 2016

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Cinema in perenne opposizione al sistema. Cinema come espressione di dissenso, di riluttanza, sempre dalla parte degli oppressi e degli emarginati. Si riparte dalle rovine, dagli anfratti nauseabondi degli sconfitti, di chi ricerca la speranza nella rivoluzione, reale e tangibile. Questo il filo conduttore che muove e contraddistingue l’operato del cineasta portoghese Pedro Costa (1959, Lisbona, Portogallo), questa la chiave per interpretare una filmografia carica di indignazione, rabbia, delusione ma anche di fiducia in quel riscatto che deve ripartire dalle ceneri di un’umanità sepolta nelle macerie. Se fin dalle primissime opere Costa aveva mostrato parvenze refrattarie all’evoluzione personale e ideologicamente densa di significati, rifacendosi forse eccessivamente ad un Cinema poco attuale, ma soprattutto stilisticamente poco adatto ai tempi correnti, vedasi Blood (O Sangue, 1989) – omaggio in chiave molto personale al cinema noir tanto amato dal regista, già con Ossos (1997) vira con decisione verso un binomio immagine-significante e immagine rivoluzionaria decisamente unico nel panorama cinematografico suo contemporaneo.

Fotogramma da Ossos (1997)

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Il suo, infatti, è un Cinema viscerale seppur minuzioso e perfezionista. Un Cinema che, soprattutto negli anni di passaggio tra il ventesimo ed il ventunesimo secolo, attua una svolta che si materializza a sua volta in repentino cambio di prospettiva, nel conferire all’oggetto dell’attenzione un termine prettamente sociale, nel cioè volgere lo sguardo verso la miseria del suo popolo e le sue più bieche realtà, dunque sovviene immediatamente In Vanda’s Room (No Quarto da Vanda, 2000). Qui, i tempi si dilatano notevolmente, come già accennato, il valore artistico dell’opera prende forma nella concezione dello spazio e nell’immersione totale dello spettatore in esso, non tanto per ricercare in quest’ultimo compassione o immedesimazione, quanto proprio per far comprendere al meglio la realtà rappresentata inserendo lo stesso in uno scenario ben preciso (non è un mistero, infatti, che la lavorazione di In Vanda’s Room costò notevoli fatiche al regista stesso a causa della sua convinta ricerca di coerenza e veridicità nel riprendere la routine giornaliera di una tossicomane).

Fotogramma da Ne Change Rien (2009)

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[fonte: cinepaxy per versusgiornale.it]

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La retrospettiva presenta i seguenti titoli tradotti:


- Our Man (2010)

- Ossos (1997)

- Ne change rien (2009)


Già presenti in archivio:


- Horse Money (2014)


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Messaggio modificato da paxy il 15 October 2016 - 05:51 PM
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 foto JulesJT 08 Oct 2016

Grazie mille, paxy. So che a Costa riservi un posto particolare nella lista delle tue preferenze registiche. Complimenti! :em73:
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 foto paxy 08 Oct 2016

Visualizza MessaggioJulesJT, il 08 October 2016 - 04:06 PM, ha scritto:

Grazie mille, paxy. So che a Costa riservi un posto particolare nella lista delle tue preferenze registiche. Complimenti! :em73:
Grazie a te per avermi seguito nella realizzazione, come al solito, del resto! E, sì, Costa è un autore che stimo molto.
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 foto zampi 19 Oct 2016

Grazie per pubblicazione, trovare Our Man, O Nosso Homem, 2010 e' impresa ardua, ho provato col mio somaro ad attraversare il rio, ma niente. Consigli ?
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 foto paxy 19 Oct 2016

Visualizza Messaggiozampi, il 19 October 2016 - 10:49 AM, ha scritto:

Grazie per pubblicazione, trovare Our Man, O Nosso Homem, 2010 e' impresa ardua, ho provato col mio somaro ad attraversare il rio, ma niente. Consigli ?
Perché ricorrere al somaro quando basta prendere la via del ruscello? :em89: Ti ho scritto in pvt.
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 foto JulesJT 19 Oct 2016

Visualizza Messaggiopaxy, il 19 October 2016 - 01:06 PM, ha scritto:

Perché ricorrere al somaro quando basta prendere la via del ruscello?

Quanta poeticità in un singolo verso... :em64:
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