Alice:
Cercavo di ritrovare la mia strada.
Regina di Cuori:
La tua strada? Tutte le strade qui sono mie.
E' strano pensare a Lewis Carroll guardando un cine-Castello d Kafka... eppure qui accade.
L'agrimensore giunge come un'Alice caparbia ad oltranza, imbrigliata in un paese che di meraviglioso, di per sé, non avrebbe nulla, se non ci fosse
Balabanov a giocarci dentro con invenzioni, trucchi e magie. Anche respiri. Come quando, a chiudere l'incubo sordo, ci infila un sollievo: il bambino, figlio di Brunswick, rivendicando il mantenimento di una promessa, restituisce l’agrimensore a se stesso, che infine sorride, quasi a dire a tutti d'intorno: "
Non siete altro che un mazzo di carte! "
Questi sono i fiori di tenerezza di cui è pieno il cinema di Balabanov, eppoi c’era che lo tacciava, di violenza , misantropia, fascismo… Di lui ho visto ancora troppo poco e ne vorrei di più, anche se adesso è tardi per volerne di più.
Lo piglia ad hoc e con due righe il critico Villa, parlandone nell'ultimo "Me Too":
"
[...] In poche parole, Balabanov è uno che nella melma storica e politica del proprio paese ha messo le mani senza paura, senza remore, alla ricerca di una poesia del racconto capace di veder spuntare dal letame, i fior. [...] "
Eppoi, sì, c'è la musica:
bowman, il 09 September 2010 - 04:48 PM, ha scritto:
...il ruolo essenziale affidato all'onnipresente commento musicale - composto da Sergei Kuryokhin - materia sonora irregolare, quasi concreta che irrompe direttamente nello spazio della narrazione...
Questo si sente forte ed è fondamentale. Come lo è in in "Kochegar"(A Stoker), struggente e splendido film del 2010 con uno straordinario intenso Mikhail Skryabin nei panni del fuochista. E’ una specie di "Cargo200" lirico fino al midollo, percorso da lingue di fuoco e fiamme sempre accese che passano di sequenza in sequenza, mutando di forma ma non di sostanza, e ove le rasoiate di realismo proprie di Balabanov sembrano attutite da un cappotto, volutamente extra large, di flamenco insistito e canzoni pop locali. Invece no: quella musica è il fiato sul collo del film che ti passa davanti, non contrappunto, quindi, né contrasto, ma il cinema stesso.
Necessario, quando è fatto così.
Grazie per questi sub.