IZLET
Titolo internazionale: A Trip
Titolo originale: Izlet
Nazione: Slovenia
Anno: 2011
Genere: Drama
Durata: 85 Min.
Regia: Nejc Gazvoda
Cast:
Luka Cimpric, Jure Henigman and Nina Rakovec
IMDb: 6.5/10 from 413 users (12 wins & 10 nominations)
Traduzione: Handydandy
Revisione: Shimamura81
IL FILM E' IN SLOVENO CON SOTTOTITOLI ITALIANI
CANDIDATO A RAPPRESENTARE LA SLOVENIA AGLI OSCAR 2013 PER IL MIGLIOR FILM STRANIERO
Trama
Tre amici si imbarcano in un viaggio come facevano al liceo, ma le cose sono cambiate: Gregor sta per partire per una missione militare, Ziva andrà a studiare lontano, mentre solo Andrej è rimasto lo stesso. Ci sono dei segreti non rivelati: l'amicizia potrà sopravvivere?
E’ stato accolto con grandi aspettative al Trieste Film Festival, Izlet - A Trip, primo lungometraggio del giovane regista sloveno Nejc Gazvoda, generosamente premiato (miglior attore, migliore attrice, miglior sceneggiatura, montaggio e musica) all’ultima edizione del Festival del Cinema Sloveno.
Come in ogni road movie che si rispetti, il viaggio è un’occasione di trasformazione e i luoghi fungono da scenario per un’attesa evoluzione, un passaggio e spesso una crescita. Non fa eccezione questo film, che rispettando perfettamente i canoni del genere, ci accompagna nel percorso di memoria, di rimozione e presa di coscienza dei tre amici Gregor, Ziva e Andrej. Ritrovatisi a qualche anno di distanza dalla fine della scuola, i ragazzi partono per la loro vacanza recuperando senza fatica la complicità che li univa, ma sforzandosi affannosamente per rivivere una spensieratezza che è ormai definitivamente perduta.
Il film si apre con una divertente sequenza dadaista in cui Andrej e Ziva fannoi “matti” al supermercato, cui segue un’eccessiva serie di “scemenze” (un po’ forzata e sopra le righe) attraverso le quali i tre giovani manifestanola volontà di esorcizzare il presente e le loro paure nascoste. Ma è l’episodio in cui i ragazzi si accaniscono con rabbia eccessiva e gratuita contro un’automobile, distruggendola, a “far saltare il tappo” e a fungere simbolicamente da spartiacque tra la giovinezza e l’etàadulta dei protagonisti, tra il passato in cui cercano conforto e un futuro pieno di incertezze. E' da quel momento, infatti, riveleranno un po’ alla volta loro stessi e le tensioni che li affliggono. A questo proposito va detto, purtroppo, che forse per la giovane età del regista e la conseguente rappresentazione a tratti ingenua o stereotipata dei mali della vita, la sceneggiatura, pur curata nella descrizione dei personaggi e costellata di dialoghi e battute efficaci, evolve in maniera molto prevedibile, mentre i traumi che vanno emergendo appaiono talvolta puerili o troppo scontati.
Tuttavia il film, specialmente nel suo finale ben costruito, rappresenta un viaggio che non può essere rimandato e ci restituisce un senso di autenticità complessiva della storia, che fa intuire la sincera “urgenza di raccontare” che sicuramente sottende le intenzioni di Nejc Gazvoda. Anche altre considerazioni lo dimostrano. Nato nel 1985 e diplomato in regia presso l’Accademia di teatro, cinema, radio e televisione di Ljubljana, Gazvoda ha realizzato questo film con un budget ridottissimo e in soli 14 giorni di riprese; ha scelto di lavorare con tre compagni di accademia (Jure Henigman, Nina Rakovec, Luka Cimpric) costruendo i personaggi su di loro e insieme a loro; ha felicemente scelto l’utilizzo della macchina a mano, che non solo dona freschezza e intensità al racconto, ma ha anche consentito ai bravissimi attori di esprimersi con grande libertà sulla scena: “La telecamera vuole solo raccontare questa storia, senza intervenire e noi siamo semplici spettatori del mondo in cui i personaggi sono costretti a vivere”.
Il regista si è inoltre evidentemente adoperato per rappresentare una generazione confusa e un po’ vuota alle prese con i problemi veri della vita, risultando tuttavia un po’ posticcio nell'impostazione generale del plot, come se i temi trattati e le situazioni create (dalle più leggere alle più intense) fossero stati ricercati e studiati a tavolino più che derivare da un vissuto autentico e quindi tali da giustificarne un’impellente bisogno di rappresentazione. Nonostante le intenzioni e il lavoro affrontato con un certo impegno quindi, A Trip si presenta sì fresco, ma molto simile a un lungo videoclip, inframmezzato da episodi ben interpretati ma poco spontanei, che non riescono pertanto a rendere il film del tutto convincente.
Degne di menzione, infine, le musiche del duo New Wave Syria, che, assieme ai luoghi naturali della incantevole Slovenia, rendono l'atmosfera sospesa, metafisica, ma anche carica di esplosiva vitalità.
(Beatrice Fiorentino - cineclandestino.it)
BUONA VISIONE!
SOTTOTITOLI
Izlet.AsianWorld.zip 14.58K 44 Numero di downloads
(versione 1.08)
Messaggio modificato da Shimamura81 il 22 April 2013 - 02:46 PM