Onibaba SAPHiRE
Onibaba - Le assassine
(Onibara)
regia: Shindo Kaneto
sceneggiatura: Shindo Kaneto.
fotografia: Kuroda Kiyomi.
musica: Hayashi Hikaru.
produzione: Kindai Eiga Kyokai, Tokyo Eiga. Giappone, 1964, b/n, 103'
interpreti: Otowa Nobuko (la donna), Yoshimura Jitsuko (la ragazza), Sato Kei (Hachi)
Trama
XVI secolo: durante la guerra fra clan, Kyoto è in fiamme, le campagne sono abbandonate e così le donne e ovunque regna la povertà. Una donna vive insieme a una ragazza, la moglie di suo figlio. Entrambe attendono con ansia il suo ritorno e nel frattempo sopravvivono rubando e rivendendo armi e armature dei samurai uccisi. Il figlio della donna è partito con un esercito, insieme all'amico Hachi. Un bel giorno Hachi torna, ma è solo e in cerca di compagnia femminile. La donna però è disposta a tutto pur di impedirgli di portarsi via la nuora…
Commento # 1
A metà tra la storia di fantasia e l'allegoria esistenziale, un dramma che sfrutta il classico binomio giapponese tra sesso e morte per sottolineare come la bestialità e l'animalità degli esseri umani possa confondersi con la scintilla primordiale del loro essere. C'è, infatti, nell'abiezione e nella barbarie in cui cade la vecchia un'inquietudine (religiosa?) che assomiglia alla superstizione e che permette a Shindo di raccontare l'antiumanesimo da cui traggono energia i suoi personaggi e che una regia che non rinuncia a calcare la mano sugli effetti forti sottolinea con enfasi.
(dal Mereghetti)
Commento # 2
Onibaba prende spunto da un racconto favolistico buddista, "La maschera di carne che spaventò una moglie", che la madre di Shindo raccontò al proprio bimbo prima di dormire. Ambientato nel periodo Sengoku (dalla metà del XV secolo fino agli inizi del XVII), si svolge in una palude di susuki le piume delle pampe giapponesi, steli di erba altissimi, fittissimi, spazzati dal vento e taglienti. Onibaba è, prima di tutto, una storia di sesso e di paura ancestrale. E' lo stesso Shindo che conferma che le ansie e le inquietudini sessuali dei protagonisti, spinti naturalmente l'uno verso l'altro, si riflettono sullo stesso susuki e viceversa: quando esso è placido, il desiderio riposa; quando invece è schiaffeggiato dal vento, la bramosia è ai massimi livelli; in generale, l'ondulamento continuo degli steli indica la perenne vitalità del desiderio carnale umano. (…) Shindo, in un periodo in cui il colore era ormai la norma, decise di utilizzare il bianco e nero per dare maggiore risalto alla primitività del mondo rappresentato, due tonalità soltanto, bianco accecante e nero pece.
(di P.M. Bocchi, da Nocturno Dossier # 32)
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Le assassine
Messaggio modificato da fabiojappo il 01 June 2016 - 07:37 PM