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[RECE][SUB] Throw Down

Traduzione di Stevet1998

23 risposte a questa discussione

#1 Gacchan

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Inviato 13 November 2004 - 05:09 PM

Throw Down (2004)


Immagine inserita


La storia si ispira alla lontana alla saga Sugata Sanshiro, di Akira Kurosawa (due episodi, uno del 1943, l'altro del 1945) mai arrivata in Italia: un campione di Judo, Sze-to, ormai ritiratosi dalle scene da anni, si ritrova davanti un ragazzo entusiasta che lo vuole sfidare. Sze-to sembra un'altra persona, ingrigito, scombussolato, fuori dalla realtà, forse dimentico di quello che era un tempo, con la bottiglia come unica compagna. Ma il ragazzino non molla.

Potrà sembrare una trama banale, specie per un film che parla di judo, ma banale Rudao longhu bang-Throw Down non lo è affatto. Non solo perché l'intento di To è un esplicito omaggio a Kurosawa, che non passa per un banale citazionismo (i due film di cui sopra, il primo dei quali esordio del maestro giapponese, sono velati dell'autobiografismo di un cineasta ancora giovane e irruento, ai tempi di una rigidissima censura); ma anche perché il film di To si rivela di una personalità sconcertante, e quasi spiazzante: immerge la vicenda in una Hong Kong più di forme che di luoghi (i volumi sono riconoscibili: gli stessi tra i quali si svolgeva PTU), dove abitano archetipi più che personaggi. Si serve di una trama di fondo semplice, ma la trascura continuamente, in nome di una solenne libertà espressiva agli antipodi della narrazione tradizionale, prendendo più volte strade parallele che arricchiscono la vicenda e i caratteri protagonisti in ogni senso, tra parentesi giocose, scazzottate violente, improvvisi squarci visionari (la splendida sequenza della fuga con i soldi di una bisca clandestina è tra le vette assolute del cinema dell'autore), e uno spirito anarchico e beffardo, ma soprattutto vitale, che si bea della propria padronanza stilistica solamente per poter arrivare ad un cinema ludico, consapevole di se stesso, ma non futile: Throw Down, in fondo, attraverso il suo viaggio astratto ed imprevedibile, parla della "reificazione" di un uomo che ha smarrito la propria strada e la propria anima, e che torna a essere se stesso dopo un cammino ondivago. E forse la cosa più "sorprendente" è che questa storia ci venga raccontata in una forma che è cinema allo stato puro, sorretto da un dinamismo dell'immagine che sottolinea di continuo l'insufficienza degli schemi narrativi che oggi regolano come una gabbia la Settima Arte, senza arrivare a quelle derive post- che ormai sembrano solo celebrarne il declino.
(da cinemavvenire.it)




Cast: Louis Koo, Aaron Kwok, Cherrie Ying
Produttore: Johnnie To & Stephen Lam
Regista: Johnny To
Durata: 98 minuti




Sottotitoli





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Immagine inserita


Messaggio modificato da fabiojappo il 27 December 2014 - 05:48 PM


.::1 liter of Tears ;___; AW Fan Club::.

#2 Tanaka

    L'uomo che non ride mai

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Inviato 15 February 2007 - 11:02 AM

Cos'è successo a questo topic? Nessun commento?
Ecco il mio con qualche spoiler, siete avvertiti :em16:
Visto ieri con blanda motivazione (anche se ricordavo un'entusiasta recensione positiva di P.M. Bocchi), timoroso di trovarvi difetti e noia.
Invece mi è piaciuto più di altri dello stesso autore. E' vero, la storia è esile, ma chi se ne frega? Anzi, di questo apparente difetto, To si serve per fagocitare in libertà espressiva l'intero film. E la ricerca della libertà è anche il vero tema del film e della motivazione dei personaggi.
Per Mona (ma quanto è bella?!) Immagine inserita dal padre ingombrante, per Sze-To dal fantasma della malattia, per Tony dai propri limiti di atleta. Così, perlomeno, mi va di leggere la tenerissima scena del palloncino. Lo so, è mielosa e scontata, ma riassume tutto lo spirito della storia. Se proprio si vuole trovare un difetto, anche in questo film ci sono momenti di confusione (montaggio?): la scena del triplice colloquio nel locale (girata da Dio, tra l'altro) ad esempio e qualche combattimento. Ma sono peccati veniali. Appagante.

#3 Siwolae

    Annyon

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Inviato 15 February 2007 - 11:11 AM

Semplicemente non l'ho visto e ora ho un motivo in più per farlo! :em16:

#4 _Benares_

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Inviato 15 February 2007 - 12:27 PM

Visualizza MessaggioSiwolae, il Feb 15 2007, 12:11 PM, ha scritto:

Semplicemente non l'ho visto e ora ho un motivo in più per farlo! :em16:
Spammare? :P

#5 Siwolae

    Annyon

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Inviato 15 February 2007 - 12:45 PM

Visualizza Messaggio_Benares_, il Feb 15 2007, 12:27 PM, ha scritto:

Spammare? :P
Yeah :em16:

#6 kunihiko

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Inviato 12 August 2007 - 07:09 PM

Ecco per me una nuova sorpresa di To, continuando nell'esplorazione delle sue opere per il sottoscritto Tralasciabili, mi trovo invece una volta di più spiazzato e tremendamente su di giri, per quello che è uno dei migliori film del regista. Tocca le atmosfere di PTU senza alcuna connessione con il suo capolavoro, immerge lo spettatore in una città avvolta in una luce notturna poetica e scevra di inutili abbellimenti. Dipinge tre personaggi al limite dell'astrazione, completandoli senza dire nulla di più di quel che serve. Chi è Tze To? Chi è Tony? Chi è Mona?... Non importa davvero saperlo, le loro vite cominciano con l'inizio del film, ci si trova davanti tre personaggi in pieno centro della loro esistenza, senza tante pretese di conoscere a fondo ciò che li ha condotti a quel momento. Un film sul Judo che praticamente non parla di Judo, se non per alcune sequenze peraltro memorabili che poi sono l'ossatura portante dell'opera. Questo è ciò che aiuta anche i non appassionati di questo sport (io in prima persona) ad amarlo. La colonna sonora è bellissima, una vera e propria colonna del film, che entra in scena nei momenti opportuni senza mai essere invasiva e che ti rimane incollata ai timpani, riempiendoti il corpo e l'anima insieme ad alcune sequenze, che sono davvero lezioni di cinema. Non mi era mai capitato di trovare azzeccata anche la stasi espressiva dei protagonisti che nel cinema di To è spesso una ricorrenza, riconducibile allo stile di Bresson, che voleva dai suoi interpreti una recitazione al limite della meccanicità. Louis Koo, Aaron Kwok (fin'ora non mi aveva mai convinto e Cherrie Ying, sono un trio che non si dimentica!
Voglio mettere Throw Down nel vertice della piramide delle opere di Johnnie To. per me merita un 8,5
”I confini della mia lingua sono i confini del mio universo.” Ludwig Wittgenstein.

n°0 fan of agitator - the best miike ever /Fondatore del Comitato per la promozione e il sostegno del capolavoro di Fruit Chan: MADE IN HONG KONG

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#7 takuma tsurugi

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Inviato 16 August 2007 - 02:36 PM

capolavoro di To!!!!! Sugata Sanshiro rulez!!!

#8 YamaArashi

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Inviato 14 September 2007 - 08:31 AM

Visto solo l'altroieri mi sono pentito di averlo dimenticato per così tanto tempo dopo aver curato Sugata Sanshiro.

Un gran film, tra i migliori di To a mia modesta opinione e imprescindibile per chi conosce il judo.

Il film si apre con citazioni dal Kabuki giapponese e continua tra tecniche sankaku, yamaarashi, sioi nage volanti con una mano sola, leve e strangolamenti acrobatici e uno spirito agonistico trascinante. Memorabile la serie di proiezioni a catena sull'asfalto in discesa nella prima parte del film, la mega rissa a botte di judo tra dentro e fuori il locale e un mucchio di altre finezze da judoka veramente notevoli.
Dal lato tecnico il film è ai soliti livelli fantaastici di To con alcune scene uniche e davvero belle come la tripla conversazione nel locale, szeTo e Mona che si nascondono nel cesso o quando scappano dalla bisca con i soldi, per non parlare della bellissima citazione finale presa da Sugata Sanshiro.

Grandissimo To

#9 kunihiko

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Inviato 14 September 2007 - 12:47 PM

Visualizza MessaggioYamaArashi, il Sep 14 2007, 09:31 AM, ha scritto:

Visto solo l'altroieri mi sono pentito di averlo dimenticato per così tanto tempo dopo aver curato Sugata Sanshiro.

Un gran film, tra i migliori di To a mia modesta opinione e imprescindibile per chi conosce il judo.

Il film si apre con citazioni dal Kabuki giapponese e continua tra tecniche sankaku, yamaarashi, sioi nage volanti con una mano sola, leve e strangolamenti acrobatici e uno spirito agonistico trascinante. Memorabile la serie di proiezioni a catena sull'asfalto in discesa nella prima parte del film, la mega rissa a botte di judo tra dentro e fuori il locale e un mucchio di altre finezze da judoka veramente notevoli.
Dal lato tecnico il film è ai soliti livelli fantaastici di To con alcune scene uniche e davvero belle come la tripla conversazione nel locale, szeTo e Mona che si nascondono nel cesso o quando scappano dalla bisca con i soldi, per non parlare della bellissima citazione finale presa da Sugata Sanshiro.

Grandissimo To


come non quotarti, ho ancora negli occhi la recentissima visione!
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