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[RECE][SUB] Nanayo

Traduzione di François Truffaut

27 risposte a questa discussione

#10 Shimamura

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Inviato 19 July 2010 - 04:41 PM

Nanayo è un film molto complesso.

Giro di vite nella poetica della Kawase, rappresenta il suo primo film che non ha un vero e proprio richiamo autobiopgrafico. Per la prima volta l'universo di Nara viene lasciato fuori...
In realta il film è vicinissimo all'opera della regista. Infatti, come nei precedenti lavori la Kawase poneva l'accento sul folklore e su certi facili esoticismi (rimprovero mossole spesso anche dalla sempre benevola critica francese), così in Nanayomachi protagonista è l'esotica Thailandia, con i suoi colori, con la sua spendida foresta, un luogo bellissimo, in cui scappare, rifugiarsi e\o perdersi (vedi scena finale).
E tuttavia, nonostante la splendida regia, certe scene memorabili (non certo il finale, di facile effetto, ma penso a quando la Hasegawa gira per la città, tra le luci dei neon, vero saggio di bravura registica della Kawase, non tanto della Hasegawa, brava ma non sempre nel ruolo), il film presenta non poche pecche, a cominciare da una trama non molto originale [lo straniero perduto in luoghi sconosciuti che incontra un buon samaritano e si perde nell'armonia della natura e dei massaggi thai (sic!)]. A questo si aggiunge la scelta di creare una babele linguistica che se pure ha, metaforicamente parlando un senso, di senso ne fa perdere allo spettatore, creando un pastiche a tratti forzato, come forzata è la presenza di Gregoire Colin (così per strizzare l'occhio ai sempre cordiali amici francesi)...

Insomma, si poteva fare di meglio, ma anche di peggio...

Voglio cogliere l'occasione per ringraziare François Truffaut per la traduzione, ma voglio anche approfittarne per ringraziare Lui, battleroyale e gli altri revisori (mi pare ci fosse solo Dan...) per il lavoro svolto nel presentare questa retrospettiva, per l'impegno e la passione che hanno messo per portare un po' di luce su una delle più notevoli registe contemporanee.
Nel tramite, augurandomi che ci siano altre occasioni del genere in futuro su Aw (se ce la faccio e se a qualcuno può fare piacere, a me piacerebbe organizzarne una sul cinema giapponese nell'era del muto...), vi porgo i miei più sinceri complimenti!

Grazie!:em31:

Messaggio modificato da Shimamura81 il 19 July 2010 - 04:41 PM

Hear Me Talkin' to Ya




Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).

#11 François Truffaut

    Wonghiano

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Inviato 19 July 2010 - 04:54 PM

Shima, l'importante è che ci siano persone come te che partecipano attivamente.

La retro sul cinema muto giapponese è ben accetta. :em31:
Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)

#12 YìdàlìRén

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Inviato 19 July 2010 - 07:07 PM

Oddio, dopo dei commenti del genere non posso esimermi dalla visione di cosesto lungometraggio. Spero solo di non essermi caricato di eccessive attese.

Immagine inserita


#13 Cignoman

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Inviato 19 July 2010 - 07:15 PM

Visualizza MessaggioShimamura81, il 19 July 2010 - 04:41 PM, ha scritto:

se a qualcuno può fare piacere, a me piacerebbe organizzarne una sul cinema giapponese nell'era del muto

Conta sul Cignomanno!

P.S. Prenoterei sin d'ora Yogoto no yume (Nightly dreams) di Mikio Naruse, datato 1933, perché è una bomba e volevo già tradurlo da un po'...

Messaggio modificato da Cignoman il 19 July 2010 - 07:17 PM

Immagine inserita


#14 Nataku

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Inviato 19 July 2010 - 08:36 PM

nn mi ha convinto :em31:
6.5
:em83:
Il mio blog
Il brāhmana Dona vide il Buddha seduto sotto un albero e fu tanto colpito dall'aura consapevole e serena che emanava, nonché dallo splendore del suo aspetto, che gli chiese:
– Sei per caso un dio?
– No, brāhmana, non sono un dio.
– Allora sei un angelo?
– No davvero, brāhmana.
– Allora sei uno spirito?
– No, non sono uno spirito.
– Allora sei un essere umano?
– No, brahmana, io non sono un essere umano [...]
– [...] E allora, che cosa sei? [...]
– [...] Io sono sveglio. »[/size]

Cos'è dunque questo nulla? Come si può descriverlo se è indicibile? Il buddhismo ricorre alla metafora dell'onda. Un'onda non cade dall'acqua dall'esterno, ma proviene dall'acqua senza separarsene. Scompare e torna all'acqua da cui ha tratto origine e non lascia nell'acqua la minima traccia di sé. Come onda si solleva dall'acqua e torna all'acqua. Come acqua esso è il movimento dell'acqua. Come onda l'acqua sorge e tramonta, e come acqua non sorge e non tramonta. Così l'acqua forma mille e diecimila onde e tuttavia resta in sé costante e immutata.

Così rispose ad un tale che sosteneva che non esistesse il movimento: si alzò e si mise a camminare" (Diogene)
Antico proverbio cinese:
"quando torni a casa picchia tua moglie, lei sa perchè".

#15 François Truffaut

    Wonghiano

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Inviato 19 July 2010 - 10:25 PM

Nemmeno la Hasegawa non ti ha convinto? :em31:
Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)

#16 Nataku

    L'Estinto

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Inviato 20 July 2010 - 05:54 AM

si ma nn è adatta, è gia stato detto
troppa gnugna in un film che nn deve essere gnugnoso >_<
(che poi mica ho detto nn mi hanno convinto gli attori, ma il film)
Il mio blog
Il brāhmana Dona vide il Buddha seduto sotto un albero e fu tanto colpito dall'aura consapevole e serena che emanava, nonché dallo splendore del suo aspetto, che gli chiese:
– Sei per caso un dio?
– No, brāhmana, non sono un dio.
– Allora sei un angelo?
– No davvero, brāhmana.
– Allora sei uno spirito?
– No, non sono uno spirito.
– Allora sei un essere umano?
– No, brahmana, io non sono un essere umano [...]
– [...] E allora, che cosa sei? [...]
– [...] Io sono sveglio. »[/size]

Cos'è dunque questo nulla? Come si può descriverlo se è indicibile? Il buddhismo ricorre alla metafora dell'onda. Un'onda non cade dall'acqua dall'esterno, ma proviene dall'acqua senza separarsene. Scompare e torna all'acqua da cui ha tratto origine e non lascia nell'acqua la minima traccia di sé. Come onda si solleva dall'acqua e torna all'acqua. Come acqua esso è il movimento dell'acqua. Come onda l'acqua sorge e tramonta, e come acqua non sorge e non tramonta. Così l'acqua forma mille e diecimila onde e tuttavia resta in sé costante e immutata.

Così rispose ad un tale che sosteneva che non esistesse il movimento: si alzò e si mise a camminare" (Diogene)
Antico proverbio cinese:
"quando torni a casa picchia tua moglie, lei sa perchè".

#17 Shaolin Boy

    Ciakkista

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Inviato 21 July 2010 - 02:44 PM

non riesco mai a guardare i film "lenti", al femminile, con poca azione e poche parole. Ma Primavera, Estate, Autunno... mi è piaciuto. Forse il primo e unico del genere che ho visto con piacere.
Pensate che questo film potrebbe interessarmi, a me amante dell'azione ma pure della spiritualità e della filosofia?
NON C'E' BISOGNO DI FERMARE LA FORZA,
E' PIU' FACILE FARLE CAMBIARE DIREZIONE.
IMPARA I METODI PER CONSERVARE,
NON QUELLI PER DISTRUGGERE.
EVITA PIUTTOSTO CHE BLOCCARE,
BLOCCA PIUTTOSTO CHE FERIRE,
FERISCI PIUTTOSTO CHE STORPIARE,
STORPIA PIUTTOSTO CHE UCCIDERE,
PERCHE' OGNI VITA E'PREZIOSA
E OGNI VITA PERDUTA E' PERDUTA PER SEMPRE

(principio Shaolin)

#18 François Truffaut

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Inviato 21 July 2010 - 03:23 PM

Sì, potrebbe fare per te.
Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)





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