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[RECE][SUB] Tokyo Sonata

Traduzione di François Truffaut

44 risposte a questa discussione

#19 ronnydaca

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Inviato 09 March 2010 - 04:16 PM

Visualizza MessaggioFrançois Truffaut, il 09 March 2010 - 10:37 AM, ha scritto:

In realtà mi sto procurando l'altra versione HD, quella CHD, più diffusa nelle edicole.
Cmq mi sembra che il tuo re-synch vada bene: aggiungo il file. Grazie! :em16:

Stasera me lo sparo. :em83:

Messaggio modificato da ronnydaca il 09 March 2010 - 04:32 PM

In attesa di migrazione


#20 BadGuy

    Cameraman

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Inviato 09 March 2010 - 07:16 PM

Kiyoshi Kurosawa si lascia andare ed ammorbidisce i suoi tormenti incapsulati. Smussa gli spigoli inquieti e le durezze dolenti, dà più corpo alle solitudini solitamente scarnificate all'eccesso; non scava la violenza fino all'osso, bensì la rischiara e le dà sangue. Lo sguardo asciugato, che gli è proprio, sulla condizione umana è il medesimo, ma qui sembra allargato, quasi pacificato dalla finale accettazione dello stato delle cose. Ciò che ne risulta è un magnifico viaggio al termine della notte di un gruppo di famiglia visto dall'interno e specchiantesi dentro un Giappone allo sbando che gli fa da nitido doppio. Il lirismo sofferto ed aggrovigliato che si porta dietro da sempre qui si srotola. Si sgomitola per le strade di una Tokyo che non è certo da bere, s'impenna in improvvise esplosioni di rabbia per illuminarsi poi sulla spiaggia, all'alba. Laddove prima implodeva qui esplode, anche pianissimo, anche dentro una sonata di pianoforte.



Al momento mi aveva lasciata un po' perplessa la brusca sterzata (non te l'aspetti... nel tono dico) del pezzo dell'intruso (Koji Yakusho), quasi un volercelo mettere dentro per forza, ma sui titoli di coda poi no. Poi ci ho ripensato e va bene così. Avercene di pellicole simili!



Grazie davvero per la traduzione, l'aspettavo proprio. Immagine inserita

#21 ronnydaca

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Inviato 10 March 2010 - 12:25 AM

Devo dire con un po' di rammarico, perché avevo molte aspettative, che questo film mi ha un po' deluso.

Sia ben inteso, è un bel film, la storia raccontata è molto bella e credo che nella prima parte sia bellissimo, a mio parere però la seconda parte cambia totalmente registro rendendolo più banale, ho trovato brutta tutta la parte del ladro e completamente fuori luogo, come anche il finale.

Nonostante tutto lo consiglierò, perché merita.

In attesa di migrazione


#22 François Truffaut

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Inviato 10 March 2010 - 01:18 AM

Visualizza Messaggioronnydaca, il 10 March 2010 - 12:25 AM, ha scritto:

a mio parere però la seconda parte cambia totalmente registro rendendolo più banale, ho trovato brutta tutta la parte del ladro e completamente fuori luogo, come anche il finale.

Be', sì, alcuni detour possono disorientare (e irritare), ma sono un marchio di fabbrica del regista: il segno dell'assurdo di un continuo slittamento di senso (che raggiunge il parossismo in Bright Future). Del resto Kurosawa è un autore che ama non dare un baricentro narrativo ai suoi film, che potrebbero non finire mai. Qui però si è un po' frenato, ma non del tutto.

Per me, il finale non è affatto edificante e positivo (non mi riferisco a te, ronny), anzi stende un velo pietoso su un teatrino dell'ipocrisia (lasciate perdere l'esecuzione perfetta: vi ricordo che il bambino e i genitori escono voltando le spalle al 'gruppo' - al cosiddetto gruppo giapponese - che li segue con lo sguardo, quasi come se si volesse sottolineare la loro estraneità coatta alla struttura sociale).
Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)

#23 ronnydaca

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Inviato 10 March 2010 - 03:06 PM

Visualizza MessaggioFrançois Truffaut, il 10 March 2010 - 01:18 AM, ha scritto:

Be', sì, alcuni detour possono disorientare (e irritare), ma sono un marchio di fabbrica del regista: il segno dell'assurdo di un continuo slittamento di senso (che raggiunge il parossismo in Bright Future). Del resto Kurosawa è un autore che ama non dare un baricentro narrativo ai suoi film, che potrebbero non finire mai. Qui però si è un po' frenato, ma non del tutto.

Per me, il finale non è affatto edificante e positivo (non mi riferisco a te, ronny), anzi stende un velo pietoso su un teatrino dell'ipocrisia (lasciate perdere l'esecuzione perfetta: vi ricordo che il bambino e i genitori escono voltando le spalle al 'gruppo' - al cosiddetto gruppo giapponese - che li segue con lo sguardo, quasi come se si volesse sottolineare la loro estraneità coatta alla struttura sociale).

Questo è il primo Kurosawa che vedo, e credo di aver provato quello che dici, una sorta di disorientamento per il cambio di registro nella seconda parte, dici che qui si è addirittura frenato, se volessi approfondire questo regista, con cosa mi consigli di continuare come suo prossimo film?

Nemmeno io ho trovato il finale positivo, mi sembrava un finale fuori luogo, ma adesso che mi hai fatto notare "IL gruppo" con la tua riflessione, lo capisco meglio, non riuscivo ancora a comprendere perché tutta quella gente rimane impalata e non dice nulla, senza nemmeno fare applausi, quindi è un finale piuttosto metaforico, così ha gia un senso.

Io, guardandolo, mi facevo un idea di problemi comuni ad una parte di popolazione GIapponese, come la perdita del lavoro, il cercare di preservare la dignità e l'autorità del capofamiglia, la difficolta ad accettare di dover riiniziare tutto daccapo in una società abbastanza classista, per quello non "vedevo" la loro estraneità, mi sembravano una famiglia problematica come tante, intendi anche questo come slittamento di senso?

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#24 paolone_fr

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Inviato 10 March 2010 - 03:45 PM

Visualizza MessaggioFrançois Truffaut, il 10 March 2010 - 01:18 AM, ha scritto:

Per me, il finale non è affatto edificante e positivo (non mi riferisco a te, ronny), anzi stende un velo pietoso su un teatrino dell'ipocrisia (lasciate perdere l'esecuzione perfetta: vi ricordo che il bambino e i genitori escono voltando le spalle al 'gruppo' - al cosiddetto gruppo giapponese - che li segue con lo sguardo, quasi come se si volesse sottolineare la loro estraneità coatta alla struttura sociale).
per quanto mi riguarda, la delusione del finale sta nel fatto che la madre se ne torni come se nulla fosse a casa. il che rende il finale molto più duro e amaro da digerire, altro che edificante. in ogni caso, dovrei e vorrei rivederlo :em31:

#25 François Truffaut

    Wonghiano

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Inviato 10 March 2010 - 04:54 PM

Visualizza Messaggioronnydaca, il 10 March 2010 - 03:06 PM, ha scritto:

se volessi approfondire questo regista, con cosa mi consigli di continuare come suo prossimo film?

Io partirei dal citato Bright Future (un po' ostico, eh), altro film che parla di uno smarrimento dentro e fuori l'anima. Poi, se il regista ti piace, puoi sbizzarrirti, visto che molti suoi lavori sono stati tradotti su AW.

Visualizza Messaggioronnydaca, il 10 March 2010 - 03:06 PM, ha scritto:

Io, guardandolo, mi facevo un idea di problemi comuni ad una parte di popolazione GIapponese, [...] per quello non "vedevo" la loro estraneità, mi sembravano una famiglia problematica come tante, intendi anche questo come slittamento di senso?

Esatto, però si tratta pur sempre di una piccola parte (le famiglie degli impiegati che rimangono senza lavoro) che deve fare i conti con un'altra parte più numerosa (il gruppo giapponese), e in gioco ci sono i temi che hai elencato (su tutti la difficoltà a ricominciare tutto daccapo in una società classista). Il finale metaforizza (quindi si spinge oltre il momento che racconta) un latente attrito tra le due sponde, i cui echi si avvertono nell'impossibilità di preservare, nonostante gli sforzi, una parvenza di rispettabilità agli occhi della massa (vedi il personaggio di Kurosu e le sue 'pantomime': non fa certo una bella fine il suo tentativo di rimanere a galla, ma anzi viene 'sconfitto', al pari del patriarca, ridotto a fare l'uomo delle pulizie).

Visualizza Messaggiopaolone_fr, il 10 March 2010 - 03:45 PM, ha scritto:

per quanto mi riguarda, la delusione del finale sta nel fatto che la madre se ne torni come se nulla fosse a casa. il che rende il finale molto più duro e amaro da digerire, altro che edificante. in ogni caso, dovrei e vorrei rivederlo :em41:

Capisco cosa intendi, paolone, e ci può stare. Ma non mi riferivo neanche a te, bensì ad alcuni che, qui (parlo di tempo fa, però) e altrove, hanno dato una lettura un po' troppo ottimistica al finale vero e proprio. :em31:
Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)

#26 feder84

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Inviato 12 March 2010 - 10:19 AM

Visto qualche mese fa ed è il primo film di Kurosawa che mi sono visto. Un excursus nella tristezza della vita di una famiglia media nipponica. Finale splendido e non edificante: è proprio il fatto che lei torna a casa come se nulla fosse successo, che rende il film ancora più drammatico. Non c'è spazio nemmeno per la disperazione: bisogna andare avanti a tutti i costi tenendosi dentro le proprie sofferenze.
In una notte della tarda primavera del quinto anno dell'era Meiwa, finisco di scrivere quest'opera, accanto alla mia finestra, mentre, cessata la pioggia, è apparsa la luna appena velata; perciò, nell'affidarla al tipografo, la intitolo Racconti di pioggia e di luna.


Firmato: Seishi kijin
Sigillo: Shikyo kojin
Yugi Sanmai

#27 sobek

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Inviato 13 March 2010 - 10:31 PM

L'apocalisse tante volte disegnata dal regista, qui è tutta interiore, relegata al nucleo familiare che solo una volta giunto in prossimità dell'annientamento , trova la forza di ricominciare, rassegnandosi, senza sapere quanto accettando, alla nuova condizione.
Kurosawa è bravissimo nel tratteggiare i vari personaggi, scendendo nel loro baratro, anche se nella seconda parte, in quell'esplosione disintegrante, c'è forse troppa confusione e forzatura, seppur dipinte con la mano tipica del regista che conosciamo; la rassegnazione (non l'accettazione) finale, a dire il vero, stona anche un po' , sia a livello delle dinamiche familiari che a livello sociale più alto.
Regia come sempre esemplare.

PS : grazie a fransuas per i sub :em15:

Messaggio modificato da sobek il 13 March 2010 - 10:34 PM






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