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cinema
- Titolo originale: Hikari to Tomo ni... ~Jiheishou-ji wo kakaete~
- Titolo internazionale: With the light... embracing an autistic child
- Genere: Human drama
- Episodi: 11
- Trasmesso: dall'emittente NTV nel 2004
- Sceneggiatura: Mizuhashi Fumie
- Tratto dal manga di Tobe Keiko
- Regia: Sato Toya, Sakuma Noriyoshi
- Shinohara Ryoko è Azuma Sachiko
- Kobayashi Satomi è Rio Satomi
- Yamaguchi Tatsuya è Azuma Masato
- Takeda Shinji è Sakura Toshiya
- Suzuki Anju è Aira Kaoru
- Ichikawa Mikako è Kawami Jun
- Igawa Haruka è Yabushita Megumi
TRAMA E COMMENTO
La famiglia Azuma è formata dai due giovani genitori, Sachiko e Masato, e dal piccolo Hikaru, figlio unico atteso con gioia ed impazienza. La crescita di Hikaru però preoccupa molto Sachiko, giacché il bambino, quasi in età scolare, non ancora parla, e alterna momenti di impassibile tranquillità a momenti di incontrollabile ribellione. Fin quando un giorno non arriva la diagnosi di autismo...
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Riesco solo ora, a distanza di mesi dalla visione, a trovare il tempo di dedicare un piccolo post a questo drama che ho amato parecchio.
Hikari to Tomo Ni è un drama a sfondo famigliare che affronta la tematica dell'autismo soprattutto dal punto di vista della famiglia e dei genitori. Come affrontare la scoperta di tale diagnosi; come gestire il bambino quando sembra non ascoltare niente e nessuno; come relazionarsi con gli estranei e a volte anche i famigliari, la cui ignoranza li porta a confondere la patologia con la cattiva educazione...
La narrazione è filtrata soprattutto dal punto di vista di Sachiko, la giovane madre su cui ricade la responsabilità (e, agli occhi della società, quasi la colpa) di avere un figlio autistico, di doverlo educare, ma soprattutto di dover stabilire un contatto con lui. I momenti più intensi della storia sono quelli in cui emerge la frustrazione di questa madre il cui bambino non la guarda mai, non l'abbraccia mai, non la chiama mai.
Ad una prima puntata davvero densa fa seguito la svolta narrativa introdotta dal personaggio della maestra Rio, che riesce a instradare il piccolo Hikaru su un suo personale percorso di crescita, e allo stesso tempo ad aiutare Sachiko nel diventare una madre più forte e consapevole del proprio compito. Il legame di rispetto/amicizia che si stabilisce tra Rio e Sachiko è una delle sottotrame principali di questo drama che, con il trascorrere degli episodi, tende a diventare una serie sempre più al femminile.
Ho apprezzato molto la verosimiglianza con cui la tematica è affrontata (credo che sia soprattutto merito dell'omonimo manga da cui è stato tratto il soggetto), che, al contrario dei soliti film sull'autismo o sulle sindromi ad esso associate, non trasforma Hikaru in un genio incompreso, né propone miracoli, né punta su facile commiserazione o sul solito insopportabile cliché dell'idiot savant.
Gli obiettivi che i genitori di Hikaru cercano di raggiungere sono molto più quotidiani e difficili da perseguire: riuscire a calmare il bambino durante una crisi, portarlo a scuola senza tenergli sempre la mano, insegnargli a riconoscere i volti familiari...
Il tono del racconto mantiene sempre una sua discrezione e pacatezza, e seppure non mancano delle relative concessioni al mezzo televisivo, la storia non perde mai in coerenza.
In definitiva, un drama che racconta con rispetto e pudore la propria storia.
