[RECE][SUB] The Face of Another
Picchi 25 Mar 2013
The Face of Another
(Tanin no kao 他人の顔 )
Nazionalità: Giappone
Regia: Teshigahara Hiroshi
Anno: 1966
Durata: 124 min.
Sceneggiatura: Kōbō Abe
Musica: Takemitsu Tōru
Cast: Nakadai Tatsuya, Kyō Machiko, Hira Mikijirō, Kishida Kyōko, Irie Miki e Okada Eiji
Sottotitoli a cura di SubSoup
Traduzione di Picchi
Revisione di fabiojappo
Versione: 1,86 / 1,19 / vass 699
Trama
A causa di un incidente sul lavoro Okuyama rimane irriducibilmente ustionato, costringendolo a portare delle bende su tutto il volto. Alienato e senza più un viso, con l'appoggio del suo psichiatra Hari indossa una maschera realistica all'insaputa di tutti. Dove lo porterà la maschera? Ora che ha un volto può definirsi qualcuno?
Recensione di Picchi
The Face of Another, tradotto in italiano "Il volto dell'altro" (Tanin no kao他人の顔 in giapponese) è un film del 1966 diretto da Teshigahara Hiroshi basato sul romanzo di Kōbō Abe che ne ha adattato la sceneggiatura. Considerato il terzo di una fortunata trilogia di collaborazione tra i due artisti che avevano già lavorato insieme in Pitfall e The Woman in the Dunes (ne seguirà un'altra The Man Without a Map del 1968 con la sola differenza di non essere in bianco e nero).
Con i precedenti film le tematiche in comune non sono poche: relazioni distorte, maschere, sosia, identità. In questo sconvolgente film esistenzialista sci-fi, Teshigahara indaga le tematiche dell'identità umana all'interno di una società, per la precisione la società giapponese anni '60, in cui il boom economico dopo il disastro della guerra era in pieno rigoglio.
In The Face of Another c'è tutta un'analisi profonda sulle implicazioni psicologiche e filosofiche di avere o non avere un volto. Uno spazio di pelle di pochi centimetri sopra il collo è fondamentale all'uomo. Un volto può infatti essere la prova della propria esistenza e identità, uno strumento di comunicazione delle proprie emozioni e di connessione con i propri simili, di mediazione tra la mente dietro di esso e il mondo di fronte. Il film si concentra su come l'incidente che lascia Okuyama (Nakadai Tatsuya) privo d'identità ma per il resto illeso, modifica profondamente i rapporti con tutti i suoi conoscenti. Come si siede in poltrona a casa sua, con la faccia bendata, sua moglie è tesa e nervosa in sua presenza, impossibilitata a scrutargli le espressioni, mentre il suo capo (Okada Eiji) non riesce ad affrontarlo in piedi nel suo ufficio. Come anche nei suoi film precedenti gli attori non sono molti, in Woman in the Dunes si aveva la sensazione di un film lento e allungato in quanto i personaggi erano solo in due e tutto girava intorno ad essi. In The Face of Another non si ha questa sensazione, perché allo spettatore scorre sotto gli occhi la metamorfosi psichica e fisica di Okuyama nonostante il ritmo lento e i lunghi dialoghi. La trasformazione del protagonista è ben visibile nei rapporti con la moglie, lo psichiatra e la sua assistente.
La storia principale è intervallata da quella di Irie, (assente nel romanzo) una giovane e bella ragazza sfigurata per metà del suo viso a causa della bomba atomica (deducibile quando ricorda l'infanzia a Nagasaki). La storia parallela, stavolta è una donna dal volto rovinato, rappresenta senz'altro una narrazione alternativa.
Oltre all'analisi sulla natura dell'identità e del suo riflettersi sulla società, The Face of Another vanta una bellissima regia, con inquadrature insolite e la partecipazione di Takemitsu Tōru alla colonna sonora e Segawa Hiroshi come direttore della fotografia. Memorabili le scene girate all'interno della clinica psichiatrica, in cui i protagonisti si aggirano in spazi divisi tra vetri e pareti riflettenti e cambi di luci. Nakadai Tatsuya che interpreta magistralmente Okuyama è in ottima forma, assistito dall'altrettanto brava Kyō Machiko, in prestito dalla Daiei, nei panni della moglie e dallo psichiatra Hira Mikijirō.
Ingiustamente poco conosciuto dal grande pubblico The Face of Another è un vero pezzo di cinema.
- Buona visione -
The.Face.of.Another.Asianworld.it.rar (56.03K)
Numero di downloads: 139
*Oggi, 25 marzo, è il compleanno di Machiko Kyo. In coincidenza con il rilascio dei sottotitoli di questo bellissimo film abbiamo preparato un omaggio all'attrice che potete leggere qua.
Ricordiamo inoltre nella sezione focus il tributo a Tatsuya Nakadai, protagonista del film.
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Messaggio modificato da fabiojappo il 10 February 2017 - 12:46 PM
Arms 25 Mar 2013
Cignoman 25 Mar 2013
Messaggio modificato da Cignoman il 25 March 2013 - 02:11 PM
Asaka 25 Mar 2013
Arms, il 25 March 2013 - 01:32 PM, ha scritto:
Bogart e la Bacall, altro filmone; è stata la prima cosa che mi è venuta in mente leggendo la rece. Per cui sono molto curiosa di vedere questo.
Grazie sentitamente della proposta e della traduzione.
fabiojappo 25 Mar 2013
Arms, il 25 March 2013 - 01:32 PM, ha scritto:
Asaka, il 25 March 2013 - 02:34 PM, ha scritto:
Bella segnalazione Film comunque molto diversi. Questo di Teshigahara è un capolavoro !
Arms 25 Mar 2013
fabiojappo, il 25 March 2013 - 04:05 PM, ha scritto:
Saranno certamente diversi come linguaggio, uno più contemplativo, l'altro più azione, ma non li distinguerei in quanto uno capolavoro e l'altro no. Ognuno poi ha i suoi gusti, ma anche il film di Delmer Daves ha i suoi meriti! Vedere per credere! Io lo vidi proprio dopo aver apprezzato alcuni western famosi di Daves come l'Amante Indiana, e mi piacque ancora di più questo noir d'avanguardia che aveva girato prima dei suoi film più conosciuti che avevo già visto!
p.s. : voglio dire, paragonarelo stile di Delmer Daves alla poetica del regista de La donna di sabbia (è tra i miei film preferiti in assoluto) era lungi da me!... Cmq a maggior ragione da appassionati anche di cinema orientale, sarò curioso di ricevere commenti sul film di Daves!
Messaggio modificato da Arms il 25 March 2013 - 04:42 PM
fabiojappo 25 Mar 2013
Arms, il 25 March 2013 - 04:38 PM, ha scritto:
p.s. : voglio dire, paragonarelo stile di Delmer Daves alla poetica del regista de La donna di sabbia (è tra i miei film preferiti in assoluto) era lungi da me!... Cmq a maggior ragione da appassionati anche di cinema orientale, sarò curioso di ricevere commenti sul film di Daves!
Hai ragione, la distinzione giusta è quella che fai tu. Volevo solo vendere meglio il prodotto
Pur d'avanguardia come noir, molto bello, "La fuga" si inserisce in un genere mentre i lavori di Teshigahara sono come dei manifesti esistenziali. Comunque senza andare troppo OT il mio preferito di Delmer Daves è "L'albero degli impiccati".
Arms 25 Mar 2013
fabiojappo, il 25 March 2013 - 04:51 PM, ha scritto:
Pur d'avanguardia come noir, molto bello, "La fuga" si inserisce in un genere mentre i lavori di Teshigahara sono come dei manifesti esistenziali. Comunque senza andare troppo OT il mio preferito di Delmer Daves è "L'albero degli impiccati".
Meraviglioso l'albero degli impiccati! Me ne ero dimenticato! (in realtà mentre vedevo la filmografia di Daves per ricordare altri suoi film pensavo proprio a quel film dove c'era un medico etc. etc. ma non l'avevo associato al titolo l'albero degli impiccati, non ricordavo si chiamasse così allora ho creduto di averlo confuso con un'altro film di Anthony Mann (La dove scende il fiume). Credo che sia senza dubbio più bello anche di Dark Passage! Ha qualcosa di magico quel film! Scusa se ho seguito di nuovo l'OT! Cmq , per tornare più in argomento, adesso voglio vedermi un'altro film di Teshigahara su Gaudi, girato nell'85 che ho scoperto proprio oggi! Chissà che inquadrature avrò fatto delle architetture fiabesche di Gaudì...!