[RECE][SUB] Parade
~Loony~ 30 Mar 2011
PARADE
Titolo: Parade
Regia: Yukisada Isao
Da un romanzo di: Yoshida Shuichi
Anno: 2010
Paese: Giappone
Genere: Drammatico, noir
Cast:
Fujiwara Tatsuya - Naoki
Karina - Mirai
Koide Keisuke - Ryosuke
Kanjiya Shihori - Kotomi
Hayashi Kento - Satoru
Quattro ragazzi dividono un appartamento a Tokyo. Si tratta di Naoki, il maggiore, che lavora come impiegato ed è colui a cui tutti si rivolgono quando hanno bisogno; Mirai, 24enne che sogna di diventare un'illustratrice e che ama passare le serate ad ubriacarsi in bar per gay; Ryosuke, uno studente universitario perditempo e Kotomi, che passa la sua vita a guardare i dorama del suo ragazzo, popolare attore che la trascura a causa del suo lavoro. Quattro persone dalle vite molto diverse che dividono un appartamento senza mai arrivare a condividere le proprie emozioni e ad esprimere chi sono veramente. "Perché altrimenti l'equilibrio si romperebbe". Finché, una mattina, non trovano addormentato su un divano Satoru, un 18enne che si guadagna da vivere facendo il gigolò. Nessuno ricorda come è arrivato lì, ma la sua presenza aiuta i ragazzi ad aprirsi di più e a fare i conti con il dolore che ognuno si porta dentro.
SOTTOTITOLI
1,57
Traduzione di Loony
Revisione e QC di Kae e M.lle Sophie
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BUONA VISIONE!
Messaggio modificato da Cignoman il 30 March 2011 - 02:13 PM
battleroyale 30 Mar 2011
Sul mio blog di cinema asiatico ne scrivevo così:
Porca vacca. Isao Yukisada stupisce. Dopo esser passato per il cinema più spudoratamente commerciale (il tearjerker "Crying Out Love To The Center Of The World", il corto "Sinking In The Moon" girato spudoratamente per la diva del pop giapponese Ayumi Hamasaki), eccolo approfare quest'anno con quello che è un potentissimo pugno nello stomaco. Un film cattivo e disperato che mai ci saremmo potuti aspettare, men che meno da uno come lui. E invece, eccolo qua. "Parade", che parte come un film sull'insicurezza di crescere, di vivere e diventa ben presto il grido di un'intera generazione, potentissimo nella narrazione quanto delicato nella regia (bellissimi gli usi dello sfuocato in primo piano), è un ritorno in grande stile, sicuramente non esente da difetti e sbavature, ma senzadubbio lo si può definire un gran bel film, giustamente vincitore del premio Fipresci 2010.
Attori eccellenti, a partire da Kento Hayashi, che interpreta alla perfezione il freak che ama intrufolarsi nelle vite altrui e spiarne le case (come il Tae-Suk di "Ferro 3"?), dall'ottima performance di Tetsuya Fujiwara, a quella di Karina, eccentrica femme fatale.
E nel finale, il vero colpo di coda, violento come un pugno. Si vive insieme, si ama, ma non ci si conosce. Forse la soluzione è ferire, in modo da aiutare almeno sè stessi. No, si sta peggio. Il male di vivere secondo Yukisada, mai così cinico, mai così sincero.