Inviato 11 May 2014 - 04:19 PM
Questo film l'ho visto esattamente sei mesi fa, in aereo, mentre me ne volavo in Corea, così è evidente che per me si tratti di una pellicola carica di ricordi, di malinconia, di affetto... ma al di là di questo c'è il dato fondamentale: questo film mi è piaciuto molto e non solo perché ero tramortita dalle centoventisei ore di volo e scalo!
Non è la prima volta - e immagino non lo sia per molti di voi - che guardo un prodotto che si occupa dello spinoso tema della contrapposizione tra Nord e Sud Corea, quindi un minimo di "infarinatura" su come venga generalmente affrontato, almeno dalla parte meridionale della penisola, me la sono fatta, tanto per avere un qualche termine di paragone; eppure sono rimasta sorpresa dall'approccio di Jang Cheol Soo, perché se di contrasto ovviamente si parla, ogni qual volta che le due "metà" sono messe a paragone, in questo caso la dicotomia si ritrova - metaforicamente ma che in maniera più evidente non si potrebbe - anche nella struttura del film, e questa estensione del concetto di contrapposizione non mi era mai capitato di vederla, e l'ho apprezzata.
Tutta la prima parte, infatti, non sembrerebbe in alcun modo diversa dalla classica commedia slapstick che ironizza sulla realtà sudcoreana - strizzandole l'occhio col fare benevolo di un nonno - caricando, ancora una volta di valori opposti, la realtà nordcoreana, mentre la seconda parte del film si trasforma in una pellicola d'azione condita di sangue e amarissime lacrime.
Il punto di forza di questa scelta, secondo me, è che la mano del regista ha saputo far convivere questi due opposti in maniera tutto sommato naturale, e se il rapido passaggio dal comico al tragico può lasciare inizialmente interdetti, con un po' di elasticità di pensiero ci si può abbandonare all'idea che la dicotomia venga trattata come un concetto-limite che finisce per sfociare nella trascendenza, ovvero la si accetta per quello che è, senza cercare di darsi troppe spiegazioni, consapevoli solo di esserne rimasti affascinati.
Ed è esattamente questo l'effetto che Secretly and Greatly ha avuto su di me: quello di aver apprezzato, di aver empatizzato con i protagonisti e con le loro sofferenze e gioie, senza di fatto averle capite pienamente, e non per una mancanza di sceneggiatura, ma sia per un'estraneità culturale/geografica/sociale, sia perché così ha voluto chi ha raccontato la storia.
Sono stati tantissimi i momenti di nodo alla gola, la scena finale in primis, così come sono state innumerevoli le perle interpretative sparse qua e là dai protagonisti: ancora una volta Kim Soo Hyun e Park Ki Woong eccezionali, più che all'altezza del ruolo, nonostante la giovane età che sulla carta li renderebbe poco credibili nel ruolo di spie esperte e letali.
Una visione che consiglio di cuore.