A Scoundrel
Titolo originale: Akuto (lett. Uomo cattivo)
Titolo italiano: Un furfante
Regia: Shindo Kaneto
Paese: Giappone
Anno: 1965
Durata: 119'
Genere: Drammatico
Cast: Ozawa Eitaro, Otowa Nobuko, Kishida Kyoko, Tonoyama Taiji, Kaji Kentaro
Trama: Un signorotto di provincia che ha ottenuto un discreto potere dopo i successi in battaglia, aiutato dalla sua dama di corte caduta in disgrazia, cerca a tutti i costi di sedurre una ex-cortigiana ora sposata a un altro signorotto più piccolo ma...
Commento di Meiko Kaji
Un film che in certi momenti mi appare un capolavoro fantastico, in altri più banale ed esagerato. Propendo però per la prima delle due impressioni, non fosse altro che per la fotografia in b/n, l'interpretazione di Nobuko Otowa e anche degli altri attori, la musica particolare, il tono in bilico tra commedia, dramma e perfino horror.
Particolarmente la cortigiana Jijyu offre alla Otowa un ruolo veramente degno delle sue capacità attoriali fuori del comune (impossibile dimenticarla qui come nel capolavoro Wolf (1955) come in Dobu (1954), dove interpreta la tenera minorata mentale Tsuru di cui tutti si approfittano, e tutti gli altri che ha interpretato) , divisa schizofrenicamente tra le lacrime della sua situazione umiliante di persona costretta a strisciare e il ruolo "perfido" (conseguenza del primo e che secondo me l'assolve e la rende il personaggio più umano, in un certo senso) che è costretta a recitare, contrasto che esplode in quelle risate sempre più isteriche sapientemente distribuite per il corso del film.
Curiosità: dopo aver visto By Player ["Caratterista"] dedicato dal grande regista alla vita di Taiji Tonoyama, al quale Shindô aveva già dedicato un libro, posso indovinare che il tremolìo della testa dell'attore (chiamarlo "caratterista" proprio non mi piace), che alla prima visione avevo attribuito a una caratteristica del personaggio interpretato, deve invece essere stata causata dagli eccessi nel bere. A quanto pare, Shindô interruppe le riprese per un giorno, mentre l'attore giaceva nella stanza di una locanda smaltendo i postumi di una sbornia.
Cito dai sottotitoli di By Player (un'altra ottima pellicola, perfino straordinaria, a tratti divertente e a tratti molto molto commovente), dove l'attore che interpreta Tonoyama parla in prima persona, con interventi di Nobuko Otowa in forma di risposta alle battute dell'attore.
Taiji Tonoyama: Dopo Onibaba, ci accampammo in un bosco di castagne a Tanba, per girare A Scoundrel. (...) L'estate a Tanba era come una sauna. Sotto il tetto di stagno rovente, il sudore scioglieva il mio make up. (...) Può essere che il capo ci stia mettendo sotto tensione per farci esplodere all'improvviso durante le riprese. Può darsi che a lui piaccia, ma a noi no. All'inferno il suo realismo!
Nobuko Otowa: Taiji se n'era andato. Era scomparso.
[Come detto, era ubriaco fradicio, e fu accompagnato nella stanza di una locanda dalla padrona di un bar.]
Taiji Tonoyama: Il capo [il regista] deve essere arrabbiato.
Nobuko Otowa: Si augurava solo che vivessi quando bastava per finire il film.
Shindô doveva essere ormai esasperato dal comportamento dell'attore, ma doveva certamente volergli molto bene a giudicare dal bellissimo ricordo in forma di film, e gli rimase vicino fino alla fine oltre ad essere stato probabilmente lui (il film non lo dice) a fargli ottenere tre-quattro incarichi l'anno della morte, ormai quasi incapace di reggersi in piedi (tra i quali Pioggia nera di Imamura).
Non ho capito da quale racconto di Tanizaki sia stato tratto; a giudicare dall'adattamento liberissimo, quasi una libera fantasia sul tema, di Kokoro di Natsume Soseki (non ho letto il romanzo, ma visto che qui su AsianWorld ho letto che la versione di Ichikawa è piuttosto fedele all'originale letterario, e quello di Shindô ne mantiene solo un'idea), allora ne deduco che possa aver fatto qualcosa di simile anche della storia di Tanizaki. Sanka (1972), tratto da La storia di Shunkin, che ho da poco letto due volte (tanto per verificare se la traduzione che ho fatto poteva essere corretta in alcuni particolari), trasforma il personaggio interpretato dalla Otowa: la storia viene ricostruita attraverso un'intervista del regista alla sua musa e moglie, che nel racconto è invece solo una figura di passaggio con due o tre battute al massimo (condivido la semplice ispirazione e non la fedeltà a una fonte letteraria).
Se qualcuno conosce il titolo del racconto, alzi la mano e mi tolga dalle spine!
(versione 1,60)
Traduzione: Meiko Kaji
Revisione: Kiny0
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Messaggio modificato da fabiojappo il 08 April 2015 - 06:07 PM
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