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11 risposte a questa discussione

#10 fabiojappo

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Inviato 21 November 2016 - 10:41 AM

 MisterDiPla, il 17 November 2016 - 10:48 PM, ha scritto:

L'amore per la patria si respira e si vive in tutto il film...questo al di là di ogni mio personale parere, va detto e sottolineato.

Shindo patriottico (nel senso di nazionalista) direi di no.
Prova a guardare altro di suo tra i tanti film proposti, è uno dei grandi maestri del cinema giapponese. Una garanzia.

Messaggio modificato da fabiojappo il 21 November 2016 - 10:42 AM


#11 MisterDiPla

    Ciakkista

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Inviato 22 November 2016 - 12:05 PM

 fabiojappo, il 21 November 2016 - 10:41 AM, ha scritto:

Shindo patriottico (nel senso di nazionalista) direi di no.
Prova a guardare altro di suo tra i tanti film proposti, è uno dei grandi maestri del cinema giapponese. Una garanzia.

No, patriottismo non inteso come nazionalismo ideologico/politico o come 'nostalgico' o 'revisionista'...intendo come amore per la propria nazione...ecco questa casa trasformata quasi in un palcoscenico da Kabuki...dove viene poi simboleggiata come l'essenza di ciò che è stata la seconda guerra mondiale per il Giappone, la rinascita, la ricostruzione, il piantare...la speranza, il dolore...l'amore...per il resto accetterò il tuo consiglio Fabiojappo...con piacere...dopo Hong Sang-soo metto in cascina anche Kaneto Shindo!

#12 Iloveasia

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Inviato 04 August 2017 - 12:33 PM

Per l'ultimo film, vorrei spezzare una lancia in favore di Kaneto Shindo, la cui (per me eccessiva) compostezza formale spesso soffocava un po' l'autenticità del suo cinema. Qui, come detto da molti, siamo ugualmente in una sorta di "teatro da camera", ma il personaggio femminile esprime spesso con vigore la propria disperazione. Altro che troppo gridato, altro che amore per la propria patria. Shindo si toglie più di un sassolino nei confronti del Giappone: il finale è un grido di rabbia e ribellione non solo contro il militarismto scellerato del suo paese nel '900,ma anche contro la condizione subalterna della donna, che deve reggere con le sole proprie forze, senza quasi mezzi di sostentamento, la famiglia del marito prima in guerra, poi disperso: la costrizione a sposare il fratello minore del marito morto sembra poi addirittura uno stupro vero e proprio. Così, il finale suona come un gesto coraggioso di speranza verso una rinascita. Per lei e per un nuovo Giappone - e forse nelle intenzioni di Shindo - anche per se stesso, dopo la morte.





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