...un Grazie a Lord, infaticabile e caparbio sostenitore (e finanziatore) del Progetto Koal-ition.
...un Grazie a Tanaka, rapido traduttore e fine Esegeta.
...un Grazie ad Akira, senza il lavoro del quale avremmo perso l'Intervista a Kawasaki che tanto ha aggiunto al Valore già grande di questo film.
...un Grazie a ciascuno dei Koal-izzati, con lo sprono a divulgare il Verbo ancora e ancora.
...che dire ora? ...dopo l'analisi di Tanaka è rimasto ben poco da aggiungere, se si vuole parlare di quest'Opera definitivamente e indiscutibilmente entrata nell'Olimpo del Grande Cinema.
...e allora io voglio prenderla di traverso, voglio lasciare da parte il Diverso e voglio parlare di Uomo e di Natura, di Koala insomma:
...KOARA KACHU, ovvero "Le Radici Genetiche e Storiche del Rancore". Ogni tanto mi capita di accendere il cervello, di farlo funzionare un po', giusto per assicurarmi che sia tutto in regola, nel caso poi mi servisse veramente, alla stregua di quando accendi la caldaia per lasciar circolare l'acqua nei circuiti del riscaldamento anche se non serve far calda la casa...
...ecco, in un momento di quel genere ho incominciato a pensare a questo film e mi sono guardato alle spalle, una panoramica sull'opera di Kawasaki, e allora mi sono chiesto: perché proprio un Koala? Perché?
...ebbene, è ora necessario un passo all'indietro, guardiamoci intorno e li vediamo: Calamaro, Piovra, Canocia, Granchio. I figli del Mare, dell'alto Oceano, usciti dagli abissi come Godzilla per entrare nel tessuto sociale del Giappone, per insegnare qualcosa all'uomo che ha perso la capacità di imparare dalle proprie paure. Il Mare è il Limite, è la casa del Serpente di Midgard, il Figlio di Loki che porterà la devastazione nei giorni di Ragnarok. Il Mare è l'Acqua, il liquido elemento che non è quello proprio dell'uomo. Il Mare è l'Ignoto, l'Inesplorato, l'Oscuro...
...da dove proviene invece Koala? ...Sydney, un villaggio sperduto nell'estremo nord del Giappone, è la sua casa natale, ma il suo Spirito giunge da più lontano, dalla bella terra d'Australia. Sì, Koala è un creatura della Terra, della Superficie. Il Koala è uno di Noi. Con Lui il Kawasaki porta in mezzo all'arena del suo cinema la contrapposizione tra Terra e Acqua, e non a caso la chiave della vicenda si trova in una creatura anfibia, quella Rana che ha vita al confine tra i due elementi, in quella terra di Nessuno dove le vicende del mondo sono sfumate (non mancando di ricordare il riferimento alla fantascienza puerile dello Spielberg di ET). The World Sinks Except Japan è poi solo un altro mattoncino a questa nuova poetica del diluvio, dello tsunami (con termine nipponico), che Kawasaki ci farà vedere in scena, ne siamo certi, anche in futuro.
...a questo proposito cito qualche appunto su koala e Australia. In una terra che nasce come stato-rifugio per pendagli da forca albionici (capace, tanto per distinguersi, di esprimersi, e non è molto, a favore della permanenza sotto il regno della più inutile Windsor della storia), il koala salvato da quasi certa estinzione negli anni '30 - dopo che gli allegri coloni europei decisero che la sua pelliccia piaceva loro e poteva pure fruttare qualcosina - e depredato di più dell'80% della copertura di alberi della famiglia degli Eucalyptus, dei quali solo si nutre; il koala bistrattato e cacciato dai cani imperalisti(ci), ma amato in quanto puccioso pupazzo da cameretta, o al limite da gabbia dello zoo, il koala resiste ancora oggi, passivo, alle forze esterne di un mondo che non lo comprende, e che lui non ha interesse e voglia di comprendere (ma nemmeno il tempo materiale, dato che le 20 ore di sonno giornaliero gli sono assolutamente necessarie per digerire e assimilare il cibo eucalyptoso ingurgitato faticosamente nelle restanti 4 ore giornaliere).
...stavamo però dicendo del trait d'union tra Giappone e Australia, della loro natura di isole inevitabilmente colonizzate dalla terraferma, di paesi in cui l'ambiente ha subito la violenza orba e gratuita dell'uomo, di due facce della stessa medaglia che oggi si specchiano nel mare dell'Antartide, negli occhi di una Megattera al centro del mirino di una baleniera. Ancora il Mare, ancora il grande Mostro Marino, ancora la sfida al Cielo di un Achab ormai cieco da entrambi gli occhi...
...ed eccolo là, il Koala capoufficio di un'industria alimentare. Anche qui - e siamo in Giappone - siamo immersi nel mondo dell'Industria, ma siamo a un livello primitivo. Si producono, si commerciano alimenti: torniamo ai bisogni fondamentali, naturali della vita. Koala vende cibo agli uomini, un cibo che lui non usa (il dramma antico del lavoratore), ma chi lo dirige è un Coniglio: il coniglio, il sesso, la riproduzione... ah, quante cose da dire e quanto poco tempo per dirle. Nemmeno un'immersione nel cinema di Lynch basterebbe forse a carpire questa psicologia conigliesca...
...e allora finiamola, e finiamo con una domanda (come finisce anche il film): che cos'è il Rancore? ...ce lo portiamo a spasso nei geni, nel sangue? ...oppure ci viene dall'esterno di noi stessi?
...un Koala, una Donna, un Coreano: tre vite ai margini ce ne spiegano il senso in quello che diventa il finale della speranza premiata: se non possiamo in questa vita, ci ameremo nella prossima.
Qualche Testimonianza di Minoru Kawasaki, da tenere sempre a portata di mano:
Posso dire qualcosa sul mio prossimo film. Penso, in verità, che ai nostri giorni, non ci sia più né Dio né il Demonio. Per questo la mia idea è l'incarnazione di un gigante, tipo Godzilla, ma l'obiettivo è quello di mettere in scena un Dio "Crazy" (pazzo), che si scatena. Capisco che questo appellativo di "Crazy" possa suonare inusuale per un Dio. Anche "The World Sinks Except Japan" è "Crazy", nel suo contenuto, ma io voglio superare quella follia, insomma, in questo momento sto pensando a qualcosa con un Dio folle.
Amo questo concetto di chiusura lampo appena nascosta.
Tutto, nei miei film, proviene da qualche parte. Non resta altro che fare copia/incolla di quello che mi rimane in testa.
Le collaborazioni? Certamente. Mi piacerebbe lavorare con Yukio Mishima.
In fin dei conti, i miei film mostrano degli essere divertenti. Si vedono scene di persecuzione e di discriminazione di essere differenti, ma il messaggio che mandano i miei film è di vivere in felicità.
Messaggio modificato da paolone_fr il 27 December 2007 - 05:16 PM