City Horror Series: Song Of The Dead
Corea Del Sud, 2002. Di Gyu-Huan Lee. Con Ha Ri-Su, Kim Hyun-Jin, Seo Tae-Hwa. Genere: Horror. Durata: 48'
La giovane e bella popstar Wei Lei sta per incidere il suo prossimo singolo di successo. Il produttore Wing Man la porta, dunque, in uno studio di registrazione vecchio ed abbandonato, dove i due, dopo qualche pulizia, s'accingono a registrare. La canzone, però, sembra risvegliare una maledizione del passato, in quanto la protagonista comincia a venire terrorizzata dal fantasma di una donna spaventosa e vestita di rosso...
Horror spaventosamente povero sia di mezzi che di suspense. E' questa l'unica cosa che mi viene in mente guardando questo terzo capitolo della poco coinvolgente "City Horror Series", che presenta storie molto avvincenti, ma che Gyu-Huan Lee, ideatore e regista dei film, non è in grado di raccontare nel giusto modo.
Mentre "Scream" puntava su una trama risicata e, finiva con l'eclissarsi nel post-Ring, "Stage Of The Evil Spirit", pur non essendo riuscito, poteva vantarsi di una buona idea, una buona regia, di belle e prorompenti attrici e di un finale da perdere dieci anni di vita.
Purtroppo, però, non si può dir lo stesso di "Song Of The Dead": fotografia inesistente e sfuocata, effetti speciali artigianali, dieci minuti abbondanti in cui i due protagonisti fanno le pulizie (in un film di 48 minuti) rimandi storici incoerenti e noiosissimi... il tutto, mischiato alla bene e meglio senza alcuna coerenza.
La storia finisce per essere totalmente priva d'attenzione. Ci sarebbero anche i colpi di scena, infatti, ma lo spettatore ne è talmente disinteressato da non percepirli.
Tuttavia, non si può condannare tutto. Qui, almeno, il regista sa sperimentare un po', offrendo una visione di terrore che si distanzia dai primi due capitoli discepoli della ghost-story, preferendo un horror all'Italiana anni '80, farcendo il tutto con scene sanguinolente che, però, del gore hanno solo il ketchup. Ancora una volta, però, c'è un finale terrorizzante e improvviso che riesce nel suo compito.
Curiosa anche la presenza di Ha-Ri-Su, superstar transessuale coreana che nella pop-song ha trovato il suo punto di fuga, pur non evitando il cinema (la si è già vista, infatti, in "Yellow Hair 2", ma anche nell'horror malese "Possessed", dove recitava la parte del fantasma vendicativo).
Da evitare, comunque, a piè pari per tutti. Per gli amanti del cinema horror, invece, consiglio di guardarlo con cautela, ma se solo non si hanno altri film da vedere.
Messaggio modificato da creep il 19 June 2010 - 06:18 PM