Inviato 11 June 2010 - 08:06 AM
C'è sempre un destino. Sempre Amore ineluttabile a muovere, dispotico, violento solo perché esiste, sfrenato, lancinante in quanto vive e sta, forte ad essere lì, al di là degli oggetti, le cose, di là dai corpi, da quelli altrui, al di là del bene e di là dal male. Eppure non è amore sublimato ed etereo, anzi: quasi terreno nella sua ostinazione che spesso tallona una disperata ossessione. Trasmette fisicità. Almeno a me. Ma adesso sto pensando a "'Bad Guy": avevo gli occhi del protagonista, Kim Ki-duk mi ha letteralmente costretto ad indossarli; ero lui dietro il vetro-specchio della camera ad ore e lei, travolta da quel lui nascosto, l'amore prostituito nella buccia ero io.
Ne L'ARCO tutto torna o quasi: la figura del vecchio mi è sembrata la stessa di colei che affitta case galleggianti ne "'L'isola" e nel complesso il film è abbastanza 'lineare' paragonato ai suoi migliori, anche se non ha senso usare questa parola per uno che maneggia emozioni e percezioni al pari di narrazione, immagini, musica, colori, spremendoli addosso all'astante come fossero tubi di tempera. Continuo a preferire costruzioni meno evidenti e più 'casuali', comunque... bello.
Bello ascoltare parole che dicono senza suono, sentire rabbia, caparbietà, complicità, appagamento, abnegazione, dolore, lasciarsi investire da fughe - le evasioni che imprigionano - e spiazzare da un accomodamento finale. Gli scavalcamenti di Kim Ki-duk! A mettere ali ai corpi, vernice gialla ai sassi, carta sugli occhi, sempre e ancora ali che ricompongono pezzi di una foto già scritta, ali all'ultima freccia dell'arco, ultimo bersaglio possibile. Centrato. Lui accelera, sterza improvvisamente. Improvvisamente frena... però mi piace come trova i valichi, mi piace essere shakerata così. A singhiozzo. Non gli chiedo mai cosa mi vuol dire - in fondo m'importa poco -, sento cosa e quanto mi dà. Lui mi ghermisce. Io lo prendo. Compreso ciò che non mi attrae - la pietra che lega la caviglia -, perché so che mi farà ricredere e non è prerogativa di molti. "Primavera..." fu una catena di maledizioni e pentimenti. Uno più vero dell'altro. Tanto, una volta visto, è tuo. Il film.