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[RECE][SUB] Muscle

 foto battleroyale 10 Apr 2012

MUSCLE


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Titolo: Muscle
Titolo Originale: Kurutta Butokai
Titolo Alternativo: The Madness Night
Produzione: Giappone, 1989
Regia: Sato Hisayasu ("Naked Blood", "The Bedroom")
Con: Kiyomi Ito, June, Simon Kumai, Takeshi Ito, Mabze, You Suzuki

Imdb: 7.0/10 (66 voti) http://www.imdb.com/title/tt0095472/
Genere: Drammatico/Grottesco
Durata: 60'

Versione: Hardsub
Traduzione: battleroyale


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Ryuzaki, editore di una rivista di nudo pornografico maschile chiamata "Muscle", si innamora del misterioso Kitami, un uomo dall'atteggiamento misterioso e che nasconde il desiderio della perversione. La loro relazione, diventata passionale, si trasforma in un incubo quando, per autodifesa, Ryuzaki mozza un braccio a Kitami.
Uscito di prigione, il protagonista non si da pace: vuole ritrovare il suo amante e riscattarsi. Ryuzaki torna a lavorare nel suo vecchio cinema d'essai e, inconsapevolmente, finisce per diventare il terzo incomodo di una coppia eterosessuale navigata nel sadomasochismo più spinto. Riuscirà Ryuzaki a ritrovare Kitami, a farsi perdonare da lui e a ritrovare il coraggio di amarlo?


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Hisayasu Sato è un regista strano, molto strano: è un uomo dotato di una profondissima sensibilità, deviato da traumi infantili e sessuali su cui è meglio non divagare, è una personalità insolita all’interno del cinema giapponese. é un nome che più volte si tira fuori per definire quel sottogenere del cinema asiatico che prende il nome di “Cinema estremo”: in realtà, il cinema di Sato è tutto fuorché tette e sangue.


Hisayasu Sato è tutto fuorché un pervertito. Regista spesso sfortunato, poco considerato e diventato celebre solo con il caposaldo “Naked Blood” (1995), film splatter filosofico che riflette sull’impossibilità della cancellazione del dolore nell’essere umano, è in realtà un artista con alle spalle quasi un centinaio di film. Personaggio enigmatico, ambiguo, eppure capace di grandi cose. E, tra queste grandi cose, sicuramente c’è “Muscle”: il suo capolavoro, un film splendido e perfetto in ogni sua componente, che ancora una volta sfrutta il genere del “pinku-eiga” (il cinema softcore nipponico a basso budget) per avere la massima libertà d’espressione, sia visiva che narrativa.


Ma “Muscle” è, prima di tutto, una potentissima storia d’amore e cinema. Film breve ed intenso, lento, dolorosissimo e, a tratti, persino estenuante, che riflette, con una potenza inarrivabile sia sul rapporto di coppia, che sul rapporto con il cinema. Il cinema è visto come uno strumento di altissima capacità, di massima comunicazione e di interazione (“Se non ti piace quel che vedi, allora non pagare”), o come unione degli affetti interpersonali (il protagonista che vuole vedere “Salò O Le 120 Giornate Di Sodoma” per riallacciarsi ad una persona cara, che gli aveva parlato del film stesso), un senso metafilmico che si riallaccia perfettamente alla visione distorta e sconcertante dell’amore, secondo l’autore asiatico: in una società sull’orlo del collasso, soffocata dal desiderio del possesso e della perversione, solo i puri di cuore credono ancora nell’amore. E i puri di cuore sono destinati a soffrire.


Per questo anche l’azione, che è il letmotiv del film (ritrovare il proprio amante per restituirgli il braccio amputato), sotto la crosta del grottesco e del disturbante, nasconde una metafora splendida sull’amore: per amare bisogna raccogliere i pezzi che hanno portato alla rottura del rapporto e rimetterli insieme. Per amare bisogna dimenticare il corpo, accecandosi, e iniziare a sessualizzare l’anima.


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I personaggi di Sato sono sempre persone vuote, che cercano disperatamente qualcosa che possa riempirle: sono automi senza volto, disperate cornici del nulla, vaganti spaventapasseri in mezzo a soffocanti vie metropolitane. I personaggi di Sato cercano nel sesso l’unica via possibile verso la catarsi, ma non la trovano quasi mai: la speranza risiede in un non-luogo, in un limbo dove finalmente potersi raccontare.


E qui entra in gioco il lunghissimo, straordinario finale, che pare anticipare di oltre dieci anni l’”Eyes Wide Shut” kubrickiano: un dolente e morbosissimo festino sessuale che si trasforma in farsa teatrale, dove tutti i nodi vengono al pettine, e dove solo un’azione estrema può ricongiungere due persone che si amano, ma che non vogliono rendersene conto.


è lo sguardo, criptico, disilluso e vertiginoso di Hisayasu Sato: un pugno in pieno viso che si concretizza in un cammino che sprofonda negli inferi, nelle viscere, subliminando ciò che è inconscio in tutti noi. è un viaggio che vive di morte, arte, sesso, amore, vita. E ciò che può essere considerato estremo, impossibile o violento, non è altro che la nostra vita.


Per amare, si deve ballare, ad occhi chiusi, un tango sfrenato.


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Sangue Nudo: Il Cinema Seminale di Hisayasu Sato (Da beniaminobiondi.it):


Hisayasu Sato è, al di là di ogni ragionevole dubbio, uno dei cineasti più radicali della scena contemporanea. Il meno risolto, il più malato. Sin dai suoi esordi negli anni ’80 ha esplorato le proprie visioni e ossessioni coniugando nella sua opera la sottocultura porno all’avanguardia. I suoi lavori (circa 50 film in meno di dieci anni) affrontano i temi del vuoto e dell’alienazione sociale attraverso la violenza e il fanatismo dei suoi antieroi. Un panorama delirante di maniaci stupratori che vivono in oscuri seminterrati o in cisterne vuote, di scolarette paranoiche separate dal mondo reale come uteri dal ventre, di burattini animati da un mondo virtuale di desideri distruttivi e inesorabile follia. In una cornice di estremo concettualismo, Hisayasu Sato descrive uno scenario terminale: feticismo, perversione, nevrosi, omosessualità, voyeurismo, suicidio. Ma il lavoro del cineasta giapponese pone soprattutto le questioni radicali del senso della riduzione letterale delle immagini e dei limiti della rappresentazione, annunciando in qualche modo la morte del cinema e la sua frenetica decomposizione attraverso un processo (spesso doloroso, talora contorto) di metaforizzazione per eccesso di realtà. Il senso del suo lavoro è affidato alle parole dello stesso Hisayasu Sato: “Voglio fare un film che faccia impazzire gli spettatori, che li spinga a commettere un omicidio.”


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La splendida colonna sonora dei Coil:



:em41: :em41: BUONA VISIONE! :em41: :em41:



Allega file  Muscle.Ita.Asianworld.zip (7.81K)
Numero di downloads: 57




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Messaggio modificato da fabiojappo il 11 April 2012 - 10:04 AM
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 foto Shimamura 10 Apr 2012

grazie Giovine, lo compro e lo rivedo, ma te lo voto e quoto, perché uno dei pochi Sato che mi è piaciuto.
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 foto battleroyale 10 Apr 2012

Io sono troppo felice che qualcuno abbia finalmente capito l'amore nella sua totalità. Mi sono rivisto tantissimo in questo film. C'è sofferenza, tristezza, tantissimo dolore, però c'è anche tantissima poesia.
Una profondità simile in un film, non la troverete molto spesso.
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 foto Picchi 11 Apr 2012

Grazie Battle, mi incuriosisce molto.
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 foto Cignoman 11 Apr 2012

Grazie! Mi fai sapere dove è più facile ordinarlo?
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 foto battleroyale 11 Apr 2012

Visualizza MessaggioCignoman, il 11 April 2012 - 07:24 PM, ha scritto:

Grazie! Mi fai sapere dove è più facile ordinarlo?

Piemme virulento in arrivo! :em73: :em72: :seal:
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 foto fabiojappo 11 Apr 2012

Grazie della proposta !

Mandi un pm anche a me ?
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 foto Picchi 11 Apr 2012

Anch'io pm! anch'io! :clap:
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 foto battleroyale 11 Apr 2012

Aggiunti tutti alla conversazione! :)
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