Vai al contenuto

IP.Board Style© Fisana
 

[RECE] Il Sapore del Riso al Tè Verde

Traduzione di Creep

5 risposte a questa discussione

#1 Gacchan

    Fondatore

  • Membro storico
  • 2416 Messaggi:
  • Location:La Città degli Angeli
  • Sesso:

  • I prefer: cinema

Inviato 13 November 2004 - 05:11 PM

IL SAPORE DEL RISO AL TE' VERDE



Immagine inserita


(Ochazuke no aji)

Tea And Rice iMBT



Regia: Yasujiro Ozu.
Sceneggiatura: Kogo Noda, Yasujiro Ozu.
Fotografia: Yuuharu Astuta.
Musiche: Ichiro Saito.
Cast: Shin Saburi (Mokichi Satake), Michiyo Kogure (Taeko Satake),
Koji Tsuruta (Noboru Arada), Chikage Awashina (Aya Amamiya),
Keiko Tsushima (Setsuko Yamauchi), Kuniko Myake (Chizu Yamauchi), Chisu Ryu (Sadao Hirayama).

Giappone, 1952, b/n, 115'


Immagine inserita Immagine inserita



TRAMA



Taeko Satake è una donna viziata, stufa del proprio rapporto con un marito, sposato non certo per amore ma grazie ad un matrimonio combinato. Mokichi Satake infatti non ha nulla in comune con la sua signora.E' un tipo placido e saggio, semplice nello stile di vita e nel proprio lavoro da impiegato. A far emergere dal torpore un rapporto consumato tra sopportazioni e routine quotidiane sarà la nipote dei due coniugi, Setsuko, ribelle rispetto ad un sistema di valori antiquato e già in declino, che rifiuta un incontro prematrimoniale con uno sconosciuto, organizzato dai genitori.

Immagine inserita Immagine inserita



COMMENTO



C'è da rimanere affascinati dalla tecnica registica di questo straordinario cineasta del Sol Levante.
Le inquadrature in primissimo piano e di prospetto dei personaggi sono quanto di più semplice ed efficace si possa ricavare da una macchina da presa.Ma da chi è nato con il muto è logico attendersi una valorizzazione della carica espressiva di ogni fotogramma.Potrebbe sembrare noioso, dalla trama che concerne le vicisittudini di una coppia borghese, dai movimenti di macchina assolutamente inesistenti, se si escludono un montaggio che collega i primi piani in maniera concitata o più statica a seconda del tenore dei dialoghi o rarissime e impercettibili carrellate sugli interni.Ma da ciò ne deriva una messa a fuoco sui personaggi, sulle loro espressioni stilizzate che riflettono caratteri ben definiti.Come definito è il messaggio di Ozu, rintracciabile nei dialoghi tra Noboru e Setsuko o tra Taeko e Mokichi che rivelano quanto sia impossibile guardare al futuro senza comprendere il passato e quanto nella vita sia importante, ai fini della maturazione, scendere a compromessi mettendo da parte l'orgoglio.
Caratteristica del cinema di Ozu è prendere spunto da una situazione di vita reale o verosimile, in cui ci si può riconoscere, per poi trasmettere sensazioni a volte, come in questo film, tendenti all'ottimismo ma non sempre e per questo consolatorie.Ciò che conta per Ozu è la tragedia del vivere quotidiano, universale, senza tempo, scevra da eccessi melodrammatici, che nonostante il cattivo odore rivela tutto il suo gustoso sapore solo se viene assaggiata, come con una ciotola di riso al tè verde.

Immagine inserita Immagine inserita



Dal film Tokyo-Ga di Wim Wenders:

Se nel nostro secolo ci fossero ancora delle cose sacre, se esistesse qualcosa come il sacro tesoro del cinema, per me questo sarebbe l'opera del regista giapponese Yasujiro Ozu. Ha realizzato 54 film. Film muti negli anni Venti, in bianco e nero negli anni Trenta e Quaranta, e film a colori fino alla sua morte avvenuta il 12 dicembre 1963, giorno del suo sessantesimo compleanno.
I suoi film raccontano, con mezzi ridottissimi, le semplici storie della gente comune nella città di Tokyo.Questa cronaca, che dura circa 40 anni, registra la metamorfosi del vivere in Giappone. I suoi film raccontano del lento declino della famiglia giapponese e dello sbiadirsi dell'identità nazionale.Lo fanno senza disprezzare il progresso e la presenza sempre più invadente della cultura americana ma limitandosi a rimpiangere, con nostalgia, i valori che parallelamente si perdono.Per quanto siano giapponesi, questi film possono ambire ad una comprensione universale.Vi ho riconosciuto le famiglie del mondo intero. I miei genitori, mio fratello, me stesso.Secondo me il cinema di Ozu non fu mai così vicino alla sua essenza e alla sua stessa funzione dando un'immagine utile, un'immagine vera dell'uomo del XX° secolo dove si è riconosciuto e ha appreso qualcosa di sé.

La tomba di Ozu non ha nome, solo un antico ideogramma cinese: MU, che significa il Vuoto, il Nulla. Tornando, in treno, pensavo a quell'ideogramma.Da bambino avevo spesso provato ad immaginare il Nulla. L'idea stessa mi incuteva paura.Il Nulla.Cercavo di negarne l'esistenza.Poteva solo esistere ciò che era reale, la realtà…Non c'è nozione più inutile e vuota nel contesto del cinema.Ognuno apprende da sé ciò che significa la proiezione della realtà.Si vedono gli altri, soprattutto chi amiamo. E si vedono le cose che ci circondano: le città, i paesaggi…Si vede anche la morte.La mortalità degli uomini, la fragilità delle cose.Si vede e si vive l'amore, la solitudine, la felicità, la tristezza, la paura…Insomma, ciascuno vede per conto proprio la vita e riconosce da solo lo scarto spesso ridicolo tra le esperienze personali e le rappresentazioni al cinema.Si è talmente abituati a questo scarto.Ci sembra così evidente che cinema e vita si siano distanziati che quando vediamo qualcosa di vero, di reale, che sia un uccello che attraversa l'immagine o una nuvola che proietta per un istante la sua ombra o il gesto di un bambino ripreso in secondo piano restiamo sorpresi al punto di farci trattenere il respiro.E' raro nel cinema d'oggi che tali momenti di verità si riproducano, che gli uomini e le cose si mostrino come sono.Era questo l'incredibile dei film di Ozu, soprattutto gli ultimi.Tali momenti di verità non erano solo dei momenti, ma una verità estesa dalla prima all'ultima immagine.Erano film che parlavano della vita stessa nei quali si rivelavano uomini, cose, città e paesaggi.Una tale rappresentazione della realtà, una tale arte, non esistono più nel cinema.Lo erano un tempo. Mu… il Vuoto.Ecco cos'è che regna attualmente.


Immagine inserita



Quanto tornai a Tokyo, i saloni di Pachinko erano già chiusi.Solo il "Kogichi", l'uomo dei chiodi, lavorava ancora. Domani, tutte le biglie avrebbero seguito un altro percorso.Domani sarebbe stato vano sperare di vincere nella macchinetta con la quale ancora oggi avevamo vinto.(…)Questo gioco provoca una specie di ipnosi, una strana sensazione di felicità. Vincere non è più così importante, ma il tempo passa, per un po' si perde il contatto con se stessi e ci si fonde con la macchina. Forse si dimentica quello che si è sempre voluto dimenticare. Questo gioco è apparso dopo la guerra perduta quando i giapponesi dovevano dimenticare un trauma nazionale.


YASUJIRO OZU
(Tokyo 1903-1963)


Immagine inserita


Insieme ad Akira Kurosawa e Kenji Mizoguchi può ritenersi a tutti gli effetti uno dei "grandi padri" del cinema giapponese.
Formatosi sul cinema americano, esordì verso la fine degli anni Venti con comiche e con film a esso ispirati, per accostarsi poi allo "shomin-geki" di Y. Shimzu (genere di film sulla gente comune piccolo-borghese) e diventare quasi subito, e per sempre, "il più giapponese dei cineasti giapponesi".Rifiutando le tecniche moderne, accettando con ritardo il parlato e il colore senza mai tradire il linguaggio del muto, aborrendo con esemplare inflessibile ascetismo gli eccessi di dramma e d'azione, rinunciando ai movimenti di macchina per inquadrare costantemente all'altezza dell'occhio dei personaggi seduti sul tatami, egli ha rifatto praticamente sempre lo stesso film.La sua visione è all'interno della famiglia, dei suoi valori che tramontano, in un crepuscolo che si tinge di serenità o di dolore. "Arte del crepuscolo" fu infatti definita in patria la sua, quella di un regista indubbiamente conservatore ma, nella rappresentazione della solitudine e dell'incomunicabilità, paradossalmente non tanto lontano da certa avanguardia europea (Per es. Antonioni).Nella sua filmografia (oltre cinquanta opere, tutte di produzione Shociku, quasi tutte sceneggiate con Kogo Noda) anche i titoli sono singolarmente ripetitivi: predominano i riferimenti alla famiglia, alla città, alle stagioni, ai crepuscoli. Eccone alcuni.

Anche se non sono riuscito a laurearmi, 1930
La moglie di quella notte, 1930
Il coro di Tokyo, 1931
Dove sono i sogni di gioventù?, 1932
Sono nato, ma, 1932
La donna sul filo del rasoio, 1933
La cera estinta, 1933
Storia di erbe fluttuanti, 1934
Una locanda di Tokyo, 1935
Il figlio unico, 1936 (primo parlato)
I fratelli Toda, 1941
C'era una volta un padre, 1942
Tarda primavera, 1949
Prima estate, 1951
Il sapore del riso al tè verde, 1952
Viaggio a Tokyo, 1953 (premiato anche all'estero)
Inizio di primavera, 1956
Crepuscolo a Tokyo, 1957
Fiore dell' equinozio, 1958 (primo colore)
Tardo Autunno, 1960
L'autunno della famiglia Kobayakawa, 1961
Pomeriggio d'autunno, 1962
Il gusto del sakè, 1962

Stralci presi dalla "Grande Enciclopedia De Agostini"


N.d.t.:
Il mio contributo è stato principalmente quello di adattare la traduzione di Fuori orario a quella presente in edicola.

Buona visione! ;)









Sottotitoli






ATTENZIONE
Questo titolo è ora reperibile nei migliori negozi e store-on line.
Asian World si prefigge la promozione e la diffusione della cultura cinematografica asiatica.
Per questo motivo i sottotitoli relativi a questo film sono stati ritirati.
Supporta anche tu il cinema asiatico, acquistando questa pellicola in dvd.

Il Sapore Del Riso Al Tè Verde


Messaggio modificato da creep il 05 October 2014 - 09:54 AM


.::1 liter of Tears ;___; AW Fan Club::.

#2 §ephiroth1983

    Microfonista

  • Membro
  • 201 Messaggi:
  • Location:Avellino
  • Sesso:

  • I prefer: cinema

Inviato 18 April 2006 - 03:18 PM

bellissimo
grandissimo Ozu
spero ci siano altri suoi film recensiti qui su asian world :em83:
Mia Rece Per AW: If The Sun Rises In The West

#3 snoo-pee

    Confusion is Sex

  • Membro
  • 2431 Messaggi:
  • Sesso:

  • I prefer: cinema

Inviato 18 April 2006 - 04:32 PM

grandissimo film e grandissimo fuori orario
grazie creep, fuori orario e... ozu :em83:
<div align="center"><img src="http://img84.imageshack.us/img84/1831/ubuntuuser3iq.png" border="0" alt="" /></div>
<div align="center"><img src="http://img104.imageshack.us/img104/9797/lst5003mw9tc.gif" border="0" alt="" /></div>

#4 Cignoman

    Direttore del montaggio

  • Membro storico
  • 2847 Messaggi:
  • Location:Nowhere
  • Sesso:

  • I prefer: cinema

Inviato 21 May 2006 - 06:30 PM

§ephiroth1983, il Apr 18 2006, 03:18 PM, ha scritto:

bellissimo
grandissimo Ozu
spero ci siano altri suoi film recensiti qui su asian world  :D

Visualizza Messaggio


Da grande estimatore del maestro Ozu, mi unisco all'appello anche io!!!

Immagine inserita


#5 moonmadness

    Operatore luci

  • Membro
  • 372 Messaggi:
  • Sesso:

  • I prefer: cinema

Inviato 16 April 2010 - 04:54 AM

non ho parole per dire quanto sia bello sto film.... veramente....

#6 feder84

    Direttore del montaggio

  • Membro+
  • 2610 Messaggi:
  • Location:Brescia
  • Sesso:

  • I prefer: cinema

Inviato 18 April 2010 - 07:24 PM

Visualizza Messaggiomoonmadness, il 16 April 2010 - 04:54 AM, ha scritto:

non ho parole per dire quanto sia bello sto film.... veramente....


Sì, è uno dei film più belli di Ozu
In una notte della tarda primavera del quinto anno dell'era Meiwa, finisco di scrivere quest'opera, accanto alla mia finestra, mentre, cessata la pioggia, è apparsa la luna appena velata; perciò, nell'affidarla al tipografo, la intitolo Racconti di pioggia e di luna.


Firmato: Seishi kijin
Sigillo: Shikyo kojin
Yugi Sanmai





1 utente(i) stanno leggendo questa discussione

0 utenti, 1 ospiti, 0 utenti anonimi