(Davide Tarò da neoneiga.it)[/quote]
Sarà, ma l'andamento diegetico del film io l'ho trovato alquanto lineare.
Se poi, proprio ci si vuol soffermare su alcuni (massimo un paio, e forse nemmeno) eventi extradiegetici, io, più semplicemente, li chiamerei flashback
Comunque ho visto il film e mi è piaciucchiato anche se non amo il kurosawa esplicitamente moralista. In alcuni momenti il film mi ha riportato alle dinamiche di trasgressione delle nemesi miikiane, per capirci, mi riferisco a quando nei suoi film gli yakuza passano un brutto quarto d'ora. Anche se poi, in sostanza, è prevalsa quell'enigmatica poetica che io definisco -arbitrariamente- dell'autoterapia.
Perciò, in questo caso, come sempre d'altronde, il protagonista si prende cura della persona amata, che in questo caso è la figlia defunta. Ma l'inquietante eleganza con cui i protagonisti degli altri film si prendono cura dei propri amati, stavolta è sostituita solo dal lucido calcolo con cui il professore, in classe, sembra ordire la sua vendetta (che siano proprio le vittime i suoi strani allievi??).
Vendetta come terapia, cura o ultimo rimedio, costruito con lucida e spietata follia. Insomma un Kurosawa sempre innegabilmente geniale che in questa piccola produzione si è mosso con minore raffinatezza.
@creep: imho, la "storpia" non la ricondurrei a un personaggio particolarmente definito, ma piuttosto alla rappresentazione grottesca di una sordida figura che vive di traffici malavitosi[QUOTE]
Messaggio modificato da nickmattel il 18 May 2006 - 12:34 AM