Nausicaa, il Mar 17 2008, 11:59 PM, ha scritto:
Grazie Lexes e Monana
Visto un po' di tempo fa. Mi è piaciuto. Una condanna totale alla guerra. L'insinuarsi del differente pensiero di Sakura (che vuole essere degna del nome che porta...), nella rassegnazione e accettazione dolorosa di uno stato di cose. La cura del corpo di Sakura contro gli arti che vanno via via accumulandosi nei catini.
Vivere pienamente, vivere pienamente dei sentimenti, una donazione di senso, anche in una situazione di negazione e costrizione. Emerge l'erotismo della vita, nel campo della morte...
Tracce di retorica, ma alla fine funzionali, non eccessivamente pesanti.
Grazie!
François Truffaut, il Apr 19 2008, 06:01 PM, ha scritto:
Roba forte, non adatta a stomaci deboli: un
de profundis senza sconti sugli effetti collaterali dell'orrore della guerra sull'animo umano che non possono che produrre abiezione. Il tutto raccontato attraverso la sensibilità dello sguardo di una puttana santa, sorta di angelo salvifico che concede anima e corpo ai dannati dell'inferno dei campi di battaglia, per continuare in qualche modo a farli sentire ancora vivi. Sullo sfondo arti mozzati, corpi putrescenti, villaggi sventrati, la natura al grado zero: la guerra per Masumura è un'immagine di profonda decadenza. C'è un'incredibile tensione drammatica che non lascia respiro per tutto il film: quella che ci fa avvertire come in certe circostanze la morte degli individui possa arrivare prima dell'ultimo afflato di vita.
Magnifico il bianco e nero della fotografia, splendido l'uso degli spazi interni, memorabile l'autentico spirito di abnegazione che Ayako Wakao infonde alla sua eroina. Film davvero intenso.
Voto: 7,5
Grazie al duo Monana-Lexes.
Visto per la seconda volta.
"Se la gente mi vedesse... Capirebbe quanto è terribile la guerra e la odierebbe.
Altri, invece, potrebbero pensare che stiamo perdendo. E ai superiori una cosa del genere non piacerebbe.
A volte preferirei essere morto."
"Quante più persone uccidiamo... più stelle ci danno. E' una vita strana."
"Questo è il fronte! Uccidiamo uomini, violentiamo donne... o mangiamo razioni. Questo è quanto.
Prendiamo quello che possiamo finché siamo vivi."
"- Questa notte abbiamo raggiunto l'estasi, e domani potremmo morire.
- Questa notte è l'unica cosa che conta adesso."
"- Mi piace il mio nome. Vorrei essere all'altezza di esso."
"- E' pronta a morire?
- Del resto i fiori di ciliegio hanno vita breve."
Estrema tensione di denuncia, fotografie di svariati effetti di costrizione, cura amorosa e apertura contro distruzione e chiusura, gli effetti di questo contrasto, molto giapponese nei retoricismi e spiriti, soprattutto con la figura del medico nella seconda parte del film, la bipolarità che si crea tra lui e Sakura, la questione della donna. Poco sopportabile il dialogo finale tra lei e il medico, nonostante la bellezza del suo contrasto con gli avvenimenti esterni concomitanti, il precipitare degli eventi che è sin dall'inizio, tensione, molto bella la prima parte del film, con il grado di universalità che riesce a trasmettere Sakura. Rimane il filo di salvazione dall'inizio alla fine, lo sguardo umano e vitale di Sakura, del qui e ora, che la eccede, eccede il suo ego, contro le ragioni fustigative, costrittive e negatorie della guerra e dell' 'essere in vita' in un certo modo.
Ora devo assolutamente vedere Nobi.
Messaggio modificato da Nausicaa il 21 April 2008 - 06:17 PM