Each Night I Dream
Yogoto no yume 夜ごとの夢
Aka: "Nightly Dreams", "Each Night I Dreams"
Regia: Naruse Mikio 成瀬 巳喜男
Nazione: Giappone
Anno: 1933
Durata: 64 min.
Genere: Muto - Dramma
Sceneggiatura: Ikeda Tadao 池田忠雄
Cast:
Kurishima Sumiko 栗島すみ子
Tatsuo Saito斎藤達雄
Arai Jun 新井淳
Sakamoto Takeshi坂本武
Iida Choko飯田蝶子
Kojima Teruko 小島照子
Yoshikawa Mitsuko吉川満子
Trama
Omitsu è una donna sola che lavora in un bar per mantere se stessa e il figlio Fumio. Sono gli anni della depressione e per poter lavorare spesso è costretta a lasciare il figlioletto agli anziani coniugi che le abitano accanto. A volte deve chidere soldi alla sua datrice di lavoro per poter comprare un regalo a Fumio e ripagare il disturbo degli anziani vicini con qualche dono. Una sera, di ritorno dal bar, trova a casa ad aspettarla il suo ex marito che, abbandonatala, ora vuole poter riparare agli errori passati e vivere insieme a suo figlio.
Anche Yogoto no Yume, uno dei film muti più cupi del regista, si piazza nella prolifica filmografia di Naruse del genere degli shomin-geki, drammi sulla gente comune. Uno dei primi film con cui si distinse insieme a Kimi to Wakarete 君と別れて("Separarmi da te") proprio nel 1933, anno d'uscita del film e anno della decisione di lasciare la Shochiku per lavorare per i PCL (Photo-Chemical Laboratories) che più tardi sarebbero divenuti la celebre Toho. Il film finì nella classifica dei 10 migliori film dell'anno secondo la prestigiosa rivista di cinema Kinema Junpo.
Il leitmotif del film è quello della donna forte che soffre e combatte le sue battaglie quotidiane, contrapponendosi alla figura maschile debole e insicura. Emblematica la frase che rivolgerà al marito verso la fine del film: "Fuggire dal mondo non è da uomini". Omitsu infatti accetta la sfida contro le circostanze e lotta per se stessa e per suo figlio, senza mai perdere la sua dignità.
È interessante notare l'evoluzione di Omitsu nel corso del film: nella prima parte ci appare svampita e non conforme allo stereotipo di donna giapponese. Quando passa sul ponte e chiede una sigaretta a dei marinai lo spettatore è quasi indotto a inquadrarla come una donna leggera, frivola. Successivamente, quando viene introdotto il personaggio del figlio, scopriamo essere una madre devota e, con l'apparizione del marito, una moglie ferita, rimasta da sola con un fardello a gravare sulle sue sole spalle. Continua a lavorare nell'ambiente equivoco del bar nonostante desideri essere una madre casalinga normale, nonostante sia l'oggetto delle attenzioni degli uomini e la sua virtù sia sempre messa in pericolo, nell'attesa che l'inetto marito Mizuhara si decida a cercare seriamente un impiego. Tuttavia, almeno per il futuro di suo figlio, Mizuhara capisce che deve scrollarsi di dosso paure e debolezze. Si reca perciò ad un colloquio in fabbrica, ma viene respinto. Sentendosi impotente e incapace di prendersi cura della sua famiglia compie una scelta immorale e fugge una volta per tutte da questo mondo.
Uno film con pochi attori, girato da un giovane Naruse, con belle inquadrature che danno pathos alla scena e al dramma interiore dei personaggi (come la scena di Omitsu che piange accanto a suo figlio). La visione realista e il taglio sociale dato dal regista, accompagnata da un montaggio fluido, rende l'opera godibile e attuale.
Naruse Mikio nei suoi film parla di cose che conosce, parla della gente comune che deve combattere e sopravvivere ogni giorno, e lui lo sa, poiché lui stesso ha avuto un passato difficile. Nacque in una famiglia povera e i suoi genitori morirono quando lui era ancora un bambino. Nelle sue storie, in una società che raramente offre seconde possibilità, se i personaggi non dimostrano iniziativa e indipendenza, finiscono con l'essere sconfitti. Per Naruse non c'è l'"happy end" ma spesso invece cocenti sconfitte. "Fin da molto giovane ho pensato che il mondo in cui viviamo ci tradisce, ed è un pensiero che tuttora rimane" confessa il regista.
In Giappone i film muti continuarono ad essere prodotti per circa una decina d'anni in più rispetto al resto del mondo. Nei cinema dei piccoli centri urbani si ebbero difficoltà a installare proiettori con sonoro, perciò una fetta di mercato continuò a rivolgersi al muto. Inoltre, la tradizione cinematografica giapponese prevedeva la pratica del narratore, benshi, di derivazione teatrale, qualcosa di analogo all'accompagnamento musicale con un pianista o un'orchestra durante la proiezione dei film muti in occidente. Il benshi, posto lateralmente, narrava le scene che venivano proiettate sullo schermo. Spesso chi esercitava quest'arte era un professionista considerato, tanté che molte persone si recavano nei cinema per ascoltare lui piuttosto che guardare il film: alcuni benshi erano più famosi degli attori stessi che comparivano nei film.Nel primo periodo del cinema muto, tutta la cinematografia giapponese e il modo in cui veniva rappresentata aveva dei codici ben precisi. Non c'erano grandi movimenti di macchina, pochi primi piani. Questo accadeva proprio perché al benshi dava noia avere le immagini troppo mosse. Non apprezzavano questo modo occidentale di fare cinema. Il benshi obbligava, in un certo senso, le case di produzione a non far uso di queste tecniche. Se l'inquadratura del film cambiava troppo spesso o se il movimento di macchina era troppo repentino, questo impediva al benshi di seguire con regolarità e chiarezza la vicenda. Questo è il motivo per cui il primo cinema giapponese è così statico. Ad alcuni benshi piaceva cambiare la storia dei film stranieri. La produzione non metteva mai i sottotitoli alle produzioni straniere, poiché il benshi voleva far vedere al suo pubblico che sapeva interpretare un film straniero e che era in grado di orientarsi con le didascalie di un film che arrivava da oltremare.
Per quest'ultima parte sulla figura del benshi ho unito le mie conoscenze con quest'interessante intervista a Hiroshi Komatsu, professore di storia del Cinema all'Università di Waseda.
Buona visione
I sottotitoli sono a cura di Cignoman, io ho curato la recensione e la revisione. Colgo l'occasione per ringraziare ancora Cigno, per cui nutro molta stima, per avermi dato l'occasione di vedere uno, se non il, migliore film muto di Naruse.
Per approfondire il cinema
di Naruse Mikio
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Per questo motivo i sottotitoli relativi a questo film sono stati ritirati.
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Sogni Di Una Notte
Messaggio modificato da fabiojappo il 06 June 2014 - 02:51 PM