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cinemaWhispering Corridors 5: A Blood Pledge
Titolo: Whispering Corridors 5: A Blood Pledge
Titolo Originale: Dong-ban-Ja-Sal
Regia: Lee Jong-yong (sceneggiatore di "Mr. Vendetta" e aiutoregista di "Joint Security Area")
Con: Eun-seo Son, Kyeong-ah Jang, Yeon-seo Oh, Min-jeong Song, Shin-ae Yu
Produzione: Corea Del Sud 2009
Genere: Horror
Durata: 88'
Versione: 1.31
Traduzione: battleroyale
Revisione: Vikcrow
In un collegio cattolico di Seoul quattro studentesse stringono un inquietante patto di sangue: dovranno uccidersi di notte, insieme, gettandosi dal tetto della scuola. Ma a notte fonda, solo Un-Joo si getta realmente dal tetto e muore suicida. Il giorno dopo le altre ragazze della scuola cominciano a far circolare storie sul perchè Un-Joo si sia suicidata. La sorella della vittima, tuttavia, non pensa che si tratti di un suicidio e comincia ad indagare, mentre le tre sopravvissute al patto cominciano ad essere perseguitate da un fantasma rancoroso e sanguinario...
Tornano le ragazzine collegiali, tornano i licei infestati e ovviamente tornano i fantasmi, i rancori e le maledizioni in occasione del quinto sigillo della longeva serie horror coreana “Whispering Corridors”, che è sempre stata in grado di fornire meravigliosi aneddoti e idee, riuscendo a trovare nel secondo episodio “Memento Mori” l’apice di una bellezza che trova il giusto equilibrio tra suspense e poesia. A rendere ancora più fascinosa la serie è senza dubbio la notevole immagine psicologica delle protagoniste, inserendo anche interessanti letture sociali sulla paura del diverso (omofobia) e sullo stress nervoso (la critica contro la società scolastica).
Ecco che, dunque, la saga ha sempre celato nei suoi sussulti, nei suoi momenti di puro terrore l’angoscia di stare al mondo, una paura ben più reale ma più nefasta di qualsiasi altro fantasma.
Tuttavia, “A Blood Pledge” (uscito nei cinema coreani nel luglio di quest’anno) sembra allontanarsi dall’elemento della fragilità umana, per addentrarsi piuttosto nell’horror puro. È strano, quindi, come il tema cardine della saga (l’amore lesbico) sia trattato con superficialità, quasi come fosse appiccicato perché così dev’essere e così deve andare. Il regista fa un ottimo lavoro con la telecamera, come da copione per ogni film coreano che si rispetti: atmosfere lente ed inquietanti, corridoi oscuri e con luci intermittenti, fotografia oscura, misteriosa, tenebrosa e con sbalzi cromatici (il rosso, il nero, il bianco e il grigio) e nonostante firmi un prodotto notevole per il cinema horror, si vede lontano un miglio che sia più interessato a far paura che a seguire una sceneggiatura interessante e ben congedata, ma non priva di buchi narrativi.
Ecco quindi che il film è un susseguirsi di scene paurose: spaventi improvvisi e con effetti sonori disturbanti, accenni di splatter, capelli, fantasmi, fantasmesse, suspense e tensione che funzionano, rendendo “Whispering Corridors 5” un ottimo horror da salotto, in grado di fornire brividi lungo la schiena, anche se si sente la mancanza di quel capolavoro che fu “Memento Mori”: la poesia che si addentra nell’infimo, nell’orrore. L’amore e la morte. Un connubio indissolubile e travolgente.
Detto questo fornire un voto a “Whispering Corridors 5” è molto difficile: è molto più riuscito dei due episodi più deboli (l’eccessivamente rarefatto “Voice” e il manierista apripista della serie) ed è forse il più spaventoso dei “Whispering Corridors” oltre che un horror decisamente intrigante, coinvolgente e seducente, ma al contempo non possiede quella desolazione morbosa che era tipica di uno dei pacchetti horror più interessanti dell’ultimo decennio. Il verdetto finale è dunque un'abbondante sufficienza, ma con annessa la speranza che i prossimi capitoli non siano fondati solo sullo spavento ma anche su tematiche più profonde.
Ps. Bravissime le attrici, quasi tutte esordienti: bellissime e bravissime.
BUONA VISIONE!
Ho mandato ora la rece perchè domani avrò scuola più uscite con gli amici e non credo riuscirei a postare.
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