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[RECE][SUB] The Sting of Death

Traduzione di Gigi, revisione di Tanaka

13 risposte a questa discussione

#1 Tanaka

    L'uomo che non ride mai

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Inviato 15 May 2007 - 09:50 AM

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The Sting of Death
(Shi no Toge)

Regia: Kôhei Oguri
Sceneggiatura: Kôhei Oguri, Toshio Shimao
Interpreti: Yuri Chikamori, Ittoku Kishibe, Midori Kiuichi, Takenori Matsumura, Keiko Matsuzaka, Akira Yamanouchi
Fotografia: Shohei Ando
Musica: Toshio Hosokawa
Anno: 1990
Durata: 115’

Gran Premio della Giuria e Premio della Critica Internazionale al Festival di Cannes del 1990

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PROLOGO (da leggere per contestualizzare gli eventi)
Nel 1944, in piena guerra, Miho e Toshio si conoscono e si amano nel villaggio dove vive Miho e dove Toshio è capitano di un battello suicida. Il giovane ufficiale non ha che la morte per orizzonte e la ragazza decide di uccidersi al termine della missione suicida del suo amato, in segno di fedeltà. A seguito della resa, l’ordine di partenza non arriverà mai, salvando loro la vita…

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TRAMA
Siamo nel 1950. Miho viene a sapere che Toshio ha una relazione con un altra. La donna, il cui amore è assoluto, sopraffatta dalla gelosia, minaccia di uccidersi. Inizia così tra loro un dramma famigliare in cui urla, colluttazioni, interrogatori e spiegazioni, minacce di suicidio reciproche si susseguono senza fine. Miho, poco a poco, scivolerà nella follia dove, per amor suo, il marito l’accompagnerà.

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COMMENTO (di Ordell Robbie liberamente tradotto dal vostro affezionatissimo)
Film di un cineasta poco prolifico, Shi no Toge è l’adattamento di un romanzo di Shimao Toshio, premiato in Giappone, appartenente agli shishosetsu, ossia quella forma di romanzo autobiografico, naturalistico e scritto in prima persona, tipico della letteratura giapponese del primo ‘900.
Attraverso la crisi della coppia Oguri evoca la sparizione del Giappone prima della guerra e dei suoi valori morbosi di sacrificio. Senonché il film sarebbe ultra-didascalico se i rapporti di coppia non fossero molto più ambigui. Miho, l’innocente, vuole vendicarsi di suo marito aspirante scrittore ed egocentrico. Ma nello stesso tempo Toshio si rende anche complice della follia di lei, al punto che la coppia è al tempo stesso assetata di autodistruzione e inseparabile.
Ad eccezione degli attacchi d’isteria di Miho l’interpretazione degli attori è distaccata. Un po’ come se i personaggi avessero coscienza di mettere in scena la crisi della coppia. Per questi due prodotti del Giappone tradizionale, tale sregolatezza non si può attuare se non accompagnata da una certa teatralità, da un certo cerimoniale tipicamente giapponese. Potremmo, a questo livello, evocare qualche riferimento cinematografico: Oshima per quelle relazioni in cui amore e morte non sono mai troppo lontane e per il gusto del cerimoniale; il Bergman dei film da camera per il quadro della coppia come luogo di crudeltà fisica e psicologica; Cassavettes per il soggetto di una donna che sprofonda nella follia (A Woman Under the Influence) e per il lato isterico del film. Alla fine durata e lavoro sulla fotografia si combinano per dare a questo film una dimensione funebre, fantomatica, a immagine dei personaggi, grigi residui di un’epoca passata.
Ma malgrado le sue ambizioni tematiche e di sceneggiatura, malgrado i nomi prestigiosi che vengono evocati durante la visione, il film di Oguri fatica a convincere. Prima di tutto perché niente nel suo messaggio sul Giappone è riferibile ad una dimensione contemporanea. Quando i cineasti degli anni ’50 o la Nouvelle Vague abbordavano il tema della sopravvivenza della tradizione nel Giappone del dopoguerra, i loro soggetti erano in sincronia con un’epoca, con un contesto storico. Oguri arriva troppo tardi e sembra di un’altra epoca. La composizione delle inquadrature è talmente elaborata al punto di sfociare nel pittorico. Ma a questo carattere pittorico non fa eco alcun elemento tematico del film. Associata alla lentezza precedentemente evocata, essa contribuisce, quindi, a rafforzare l’idea di trovarsi di fronte ad una seria di quadri filmati. In più, scegliendo la fedeltà allo stile narrativo frammentato degli shishosetsu, Oguri rende il suo racconto ingarbugliato.
Tematica già trattata dai giganti del cinema mondiale, complessità psicologica, struttura narrativa che strizza l’occhio alla letteratura , regia elaborata all’estremo, ‘Il pungiglione della morte’ colleziona i segni esteriori del carattere artistico. Ma si può dire che il film avrebbe dovuto preoccuparsi un po’ più di essere cinema che non d’essere arte.

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RINGRAZIAMENTI
Di nuovo un grazie per il pre-lavorato all’inestricabile Gigi, un uomo che oramai è leggenda.
Lui, ignaro, ha infuso italica linfa ai dialoghi di questo filmettone che, guardatelo e mi direte, non si capisce come possa essere stato premiato (in ex equo c’era Tilai, lo Shakespeare africano, non un capolavoro ma almeno sorprendente nella sua naïveté).
Mi pento di avergli affidato questa fatica, fidandomi della giuria di Cannes, anche se sono certo che molti utenti di AW gradiranno.
Ottimo come sonnifero.
Buona notte.

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Messaggio modificato da creep il 23 February 2010 - 11:09 AM


#2 sonoro

    Nippofilo

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Inviato 15 May 2007 - 05:07 PM

grazie mille, Tanaka e company

pero' ho difficolta' a trovarlo.
qualcuno mi aiuta please?
NICKMATTEL E' UN NANO SFIGATTO

#3 Dan

    It’s Suntory Time!

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Inviato 15 May 2007 - 05:16 PM

thanks :em41:

#4 polpa

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Inviato 15 May 2007 - 06:05 PM

Grazie, tanà.
Ma sbaglio o il "prologo", più che contestualizzare gli eventi, spoilerizza come la maremma maiala? :em41:

#5 Monana

    Petaura Dello Zucchero

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Inviato 15 May 2007 - 06:09 PM

Visualizza Messaggiopolpa, il May 15 2007, 07:05 PM, ha scritto:

Ma sbaglio o il "prologo", più che contestualizzare gli eventi, spoilerizza come la maremma maiala?
Vero :em41:

Comunque il film sembra molto interessante, grazie :em41:

A un sacco di gente piace essere morta, però non è morta veramente... è solo che si tira indietro dalla vita.
Invece bisogna... bisogna cercare, correre i rischi, soffrire anche, magari,
MA: giocare la partita con decisione.

FORZA RAGAZZI, FORZA!

Dammi una V!
Dammi una I!
Dammi una V!
Dammi una I!

VI-VI! VIVI!

Sennò, non si sa di che parlare alla fine negli spogliatoi. (Harold e Maude)

<---Presidentessa Del Comitato Per Il Ritorno Alla Gloria Di AsianWorld--->
Suntoryzzata in data 13/08/2006
<---Presidentessa del comitato Pro Siwospam--->
*Basta con la tristezza, W il Turbo-Ammmore ed il Panda-Suntory-Sith*

#6 Tanaka

    L'uomo che non ride mai

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Inviato 15 May 2007 - 06:17 PM

Visualizza Messaggiopolpa, il May 15 2007, 07:05 PM, ha scritto:

Grazie, tanà.
Ma sbaglio o il "prologo", più che contestualizzare gli eventi, spoilerizza come la maremma maiala? :em41:
Sbagli.
E' proprio un prologo che immagino fosse nella presentazione del film (e sul DVD).
Nel girato del prologo non c'è accenno, ne' traccia.
L'ho trovato in giro cercando ispirazione per la 'rece'. In effetti col prologo alcune cose vanno a posto (la divisa da ufficiale di marina, ad esempio) e anche la collocazione temporale degli eventi che altrimenti, per lo meno ai nostri occhi occidentali, risulta inespressa.

Comunque, 'sto filmettone, ha una sua poetica. Soporifera ma ce l'ha. Anche Allzine è d'accordo, capito Sonoro? :em41:

#7 ZETMAN

    Operatore luci

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Inviato 16 May 2007 - 09:20 AM

Grazie
Ritorno alle origini. Il vero cinema di Hong Kong.
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www.scratchmusic.it Visitatelo e non ve ne pentirete ;)

#8 atalante

    Direttore della fotografia

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Inviato 16 May 2007 - 02:50 PM

Senti tanakuccio, io sta versione non la trovo, piemmizzami o dimmi tu quanto costa che io non lo trovo sto benedetto Dvd...^^
<div align="center"><a href="http://www.myspace.com/puzzofilm" target="_blank"><img src="http://img513.imageshack.us/img513/6391/bannerbanale2cb0.gif" border="0" alt="" /></a></div>
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#9 sonoro

    Nippofilo

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Inviato 16 May 2007 - 05:09 PM

Visualizza Messaggioatalante, il May 16 2007, 02:50 PM, ha scritto:

Senti tanakuccio, io sta versione non la trovo, piemmizzami o dimmi tu quanto costa che io non lo trovo sto benedetto Dvd...^^

e manco io!!!
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